Assegno di accompagnamento 2023, domanda respinta per errore? Cosa fare e come richiederlo

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
06/03/2023

Assegno di accompagnamento 2023, domanda respinta per errore? Cosa fare e come richiederlo

L’assegno di accompagnamento è un importo mensile riconosciuto dall’INPS a tutti gli invalidi civili residenti in Italia, che necessitano di assistenza continua perchè non autosufficienti. Per l’anno 2023 gli importi sono stati aggiornati con le rivalutazioni, non cambia invece la modalità per fare richiesta.

Ma bisogna fare attenzione ad errori che potrebbero compromettere la pratica. Ecco come fare e a chi rivolgersi nel caso venga negata l’indennità anche in caso di invalidità riconosciuta al 100%.

Indennità di accompagnamento 2023: aumento importi

Per quanto riguarda l’assegno di accompagnamento legato alla condizione di non autosufficienza del soggetto invalido, per l’anno 2023 l’importo è fissato a 527,13 euro per 12 mensilità. Questo verrà corrisposto dopo apposita domanda da fare all’INPS e previa presentazione di un certificato della commissione medica che ne attesta i requisiti.

L’indennità non viene conteggiata come reddito nell’ISEE e non è soggetta a tassazione e ritenuta IRPEF. Pertanto i richiedenti potranno godere della somma mensile a pieno previa domanda all’Istituto di Previdenza. Vediamo quali sono i requisiti stabiliti dalla commissione INPS.

Requisiti per chiedere l’assegno di accompagnamento

Per ottenere l’assegno mensile di accompagnamento INPS è indispensabile il certificato medico che attesti l’invalidità. Questo è il requisito di base per fare la domanda. Bisogna poi specificare che è stata riconosciuta la non autosufficienza nello svolgere i normali compiti ed azioni quotidiane. Ad esempio attestare che si necessita di accompagnatore per deambulare e di avere bisogno quindi di un assistenza continua.


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Possono fare domanda per l’accompagnamento tutti i residenti in Italia, o exracomunitari con regolare permesso di soggiorno, valido da almeno un anno. La compilazione della domanda INPS è molto semplice, ma a volte bisogna prestare particolare attenzione ad alcuni dettagli. Infatti spesso, arrivano segnalazioni di richieste respinte a causa di alcuni errori che possono essere evitati.

Per non dover attendere a lungo la decisione di riesame e successivamente inoltrare una nuova istanza, è bene quindi evitare di omettere informazioni importanti o di non spuntare alcune caselle che invece sono fondamentali.

Domanda INPS per assegno di accompagnamento, attenzione agli errori

Nella domanda da fare alla commissione INPS per richiedere l’indennità di accompagnamento per invalidi civili, vanno indicate alcune informazioni sul paziente. Oltre quindi ai dati anagrafici e al certificato di invalidità, bisognerà autocertificare altre condizioni:

  • Se è presente un’attività lavorativa
  • Se il soggetto è stato ricoverato in strutture sanitarie a carico dello stato per più di 30 giorni
  • Le modalità di pagamento dell’assegno
  • Eventuali deleghe alla riscossione da parte di soggetti terzi

Molto importante fornire informazioni corrette sullo stato dei ricoveri. Infatti l’accompagnamento viene sospeso e può anche essere successivamente revocato se il paziente si trova in una struttura sanitaria pubblica per un periodo superiore ad un mese. Inoltre bisogna ricordare di compilare attentamente ogni campo per evitare un successivo rigetto che allungherebbe di molto i tempi per l’accredito del pagamento. L’INPS ha 30 giorni per accettare o respingere la domanda, successivamente in caso di accoglimento invece, entro 90 giorni verrà erogato il primo pagamento con eventuali arretrati.

INPS nega indennità accompagnamento: cosa fare?

Quando c’è un problema anche se minimo, l’INPS può negare l’indennità di accompagnamento. Anche se a fare domanda è un soggetto certificato invalido al 100% e non autosufficiente. Questo come abbiamo visto può dipendere da vari fattori. Quindi la prima cosa da fare è controllare la domanda per vedere se sono state omesse alcune informazioni importanti.

Nel caso sia stato fatto tutto nel rispetto del regolamento ma la commissione INPS abbia comunque inviato risposta negativa c’è un’altra possibilità per farsi ammettere ad un riesame. Occorre presentare ricorso tramite un avvocato. Il mandato va conferito entro sei mesi ed il tribunale dovrà nominare una nuova commissione medico legale per stabilire la sussistenza dei requisiti per l’ottenimento dell’accompagnamento inizialmente negato dai medici INPS e dare una nuova possibilità al soggetto non autosufficiente di vedere riconosciuto l’importo mensile per l’assistenza.

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