Anni di naspi: valgono per la pensione e come?

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30/09/2019

Come sono considerati i contributi figurativi derivanti da indennità di disoccupazione Naspi ai fini pensionistici? Indaghiamo.

Anni di naspi: valgono per la pensione e come?

Per i lavoratori che perdono involontariamente il lavoro è prevista l’indennità di disoccupazione con la Naspi che spetta per un numero di settimane pari alla metà dei contributi versati nei 4 anni precedenti l’accesso alla Naspi stessa. I dubbi principali dei nostri lettori, però, sono sulla valenza dell’indennità di disoccupazione ai fini pensionistici. Cerchiamo di dissiparli.

Naspi e pensione

Un nostro lettore ci scrive:

Buongiorno, 

A fine ottobre dovrei avere 35 anni di lavoro. Solo che dal 01 gennaio 2018 al 31 dicembre 2019 sono con naspi. Questi 2 anni mi vengono conteggiati come anni per la pensione?
Grazie. 
 
Quando un lavoratore che perde involontariamente il proprio lavoro accede alla Naspi, il periodo di indennità di disoccupazione è coperto da contribuzione figurativa valida sia al diritto che alla misura della pensione. Gli anni di Naspi, quindi, sono da considerarsi al pari dei contributi da lavoro sia per il raggiungimento del requisito contributivo per accedere al pensionamento, sia per il calcolo dell’assegno pensionistico.
Vi sono però delle misure previenziali che richiedono particolari requisiti nel quali non devono essere considerati i contributi derivanti da disoccupazione indennizzata.
E’ il caso, ad esempio, dell’Opzione donna: i 35 anni di contributi necessari per l’accesso devono essere considerati senza conteggiare eventuale contribuzione figurativa derivante da disoccupazione indennizzata e malattia (mentre questa contribuzione figurativa sarà in ogni caso conteggiata nel calcolo dell’assegno pensionistico).
Per accedere, invece, alla quota 100 e alla pensione anticipata ordinaria vi è il vincolo che almeno 35 anni di contribuzione (dei 38 richiesti per la quota 100 e dei 41 anni e 10 mesi/42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata) siano raggiunti senza tenere conto dei contributi figurativi derivanti da malattia e disoccupazione indennizzata. Anche in questo caso, però, visto che possono essere utilizzati per completare i contributi necessari, gli anni di contribuzione figurativa sono conteggiati nel calcolo dell’assegno pensionistico.

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