Malattia: il dipendente può dare le dimissioni?

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12/10/2019

Malattia: il dipendente che vuole dimettersi durante il periodo di indennizzo di malattia può perdere alcuni diritti. Vediamo quali

Malattia: il dipendente può dare le dimissioni?

Nel caso in cui un dipendente malato vuol dare le dimissioni durante il periodo di malattia, in cosa va in contro? Le domande frequenti sono: se ci si può licenziare durante il periodo di malattia o attendere il rientro in azienda e poi rassegnare le dimissioni. E anche se le dimissioni per malattie rientrano nelle dimissioni per giusta causa, e se bisogna dare il periodo di preavviso stabilito del contratto collettivo e infine se fosse possibile far richiesta dell’indennità di disoccupazione.

Malattia: le dimissioni sono per giusta causa?

Chiariamo che le dimissioni per malattia non sono per giusta causa, anche se per logica dovesse essere così. Le dimissioni per malattia non rientrano in quelle considerate per giusta causa, nemmeno se la patologia è molto grave e invalidante. Sono dimissioni per giusta causa quando il datore di lavoro compie un grave inadempimento che non consente il proseguimento del rapporto lavorativo.

In caso di malattia, anche se la patologia è gravissima da non consentire il proseguimento del rapporto, ma non si realizza nessun inadempimento da parte del datore di lavoro, le dimissioni per malattia non si possono ritenere per giusta causa.

Dimissione per malattie: il lavoratore è tutelato

Facciamo presene che il lavoratore non è obbligato a dimettersi in caso di malattia, anche perché la legge lo tutela. I lavoratori in caso di malattia percepiscono un’indennità di malattia, che a seconda dei casi può essere riconosciuta dall’Inps o dal datore di lavoro.


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L’indennità di malattia viene percepita per un termine specifico, a seconda della categoria di appartenenza e ha anche diritto alla conservazione del posto di lavoro per un periodo ben preciso, detto periodo di comporto. Quest’ultimo varia a seconda del tipo di contratto (a termine o a tempo indeterminato), dell’inquadramento, dell’anzianità e del contratto collettivo applicato.

Alla fine del periodo di comporto, il lavoratore, per alcuni tipi di contratti collettivi, hanno la facoltà di chiedere un periodo di aspettativa non retribuita. Ma il datore di lavoro non ha nessun obbligo a collocare unilateralmente il dipendente in aspettativa, oppure a sollecitarne la richiesta di aspettativa.

Inoltre, il periodo di tutela può essere allungato anche con la concessione delle ferie residue, ma anche in questo caso il datore di lavoro non è obbligato a concedere.

Il lavoratore può dimettersi durante la malattia?

Il lavoratore ha sì la facoltà di dimettersi durante il periodo di malattia, ma non rientra nei benefici di dimissione di giusta causa.  Quindi, il dipendente deve dare il preavviso per dimissioni come da contratto collettivo e che non può far richiesta della Naspi. Le dimissioni per malattia sono ritenute volontarie, quindi la perdita del lavoro è considerata volontaria.

Dimissioni per malattia: indennità di mancato preavviso

Nel caso in cui si va in malattia, questa sospende il periodo di preavviso, che viene ripreso dalla data di fine prognosi indicata nel certificato medico, ma nei limiti del periodo di comporto.

In pratica si possono verificare i seguenti casi.

Se il lavoratore malato decide di dimettersi durante il periodo di comporto, essendo che il termine di preavviso è sospeso, è costretto a versare al datore di lavoro l’indennità di mancato preavviso come è previsto dal contratto collettivo applicato, salvo accordo più favorevole col datore di lavoro. Per non pagare l’indennità, l’inizio del conteggio per le dimissioni deve partire dalla data in cui termina il periodo di comporto, o dalla data di guarigione.


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Se il lavoratore malato si dimette dopo il periodo di comporto, o dopo la guarigione, il periodo di preavviso non è sospeso; deve, dunque, dare il periodo di preavviso previsto dal contratto collettivo applicato, salvo accordo più favorevole col datore di lavoro.

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