Mutuo a tasso varabile, 3 opzioni per ridurre la rata: come funziona e quando conviene

Autore:
Niccolò Mencucci
20/03/2023

Mutuo a tasso varabile, 3 opzioni per ridurre la rata: come funziona e quando conviene

Non è il migliore momento per accendere un mutuo, in particolar modo se il tasso è di tipo variabile. Fino a qualche anno fa i costi per una rata mensile erano alla portata della maggior parte dei pagatori, mentre oggi, causa aumento dei tassi BCE, la situazione s’è fatta difficile per (quasi) tutti.

Eppure ci sono dei modi per ridurre la rata mensile se è stato acceso recentemente un mutuo a tasso variabile. Vediamo come funziona, e come procedere alla sua riduzione. E soprattutto quando conviene farlo a tasso variabile.

Mutuo a tasso variabile, ecco come ridurre la rata

Quando si ha un mutuo a tasso variabile, ci sono alcune soluzioni che si possono adottare per ridurre la rata.

Se si ha avuto fortuna, e si è intuito l’arrivo della tempesta dei rialzi dapprima del secondo semestre 2022, si poteva optare per la surroga del finanziamento, passando ad un’altra banca con tassi di interesse più contenuti, se non direttamente al fisso.

Se non s’è fatto, le strade rimaste per ridurre la rata del mutuo sono:

  • la richiesta dell’ammortamento del capitale per ogni rata,
  • la trasformazione del tasso da variabile a fisso,
  • l’allungamento del tempo previsto per il pagamento del mutuo.

Vediamo meglio nel dettaglio i pro e contro di queste soluzioni.


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Mutuo a tasso variabile, quando conviene la riduzione

Se si ha un mutuo a tasso variabile, ci sono alcune opzioni da considerare, come abbiamo visto poc’anzi. Nel primo caso, se si chiede l’ammortamento per ogni rata, nel mutuo a 25 anni la rata scenderebbe del 20%, ma solo se la banca autorizza il piano di ammortamento, altrimenti toccherà procedere alla surroga.

Mentre per la trasformazione/rinegoziazione del tasso, la banca dovrà trovarsi “costretta” soltanto a determinate condizioni:

  • un tasso pari all’Eurirs di durata più vicina a quella residua del mutuo più lo spread del vecchio mutuo,
  • disposizione dell’ipoteca sulla una prima casa
  • possesso di un ISEE inferiore o pari a 35 mila euro,
  • assenza di ritardi nei pagamenti.

Oppure si allunga il debito: da una parte il mutuo trentennale, se allungato di cinque anni del debito, scenderebbe del 15%. Ovviamente il costo complessivo del mutuo salirà, dati i tempi allungati.

Mutuo a tasso variabile con CAP, come funziona

Altra possibilità per ridurre la rata sarebbe quella di piazzare un tetto sul mutuo, ovvero un Cap. Esso permette al mutuatario di fissare in anticipo il valore massimo legato al tasso di interesse del mutuo.

L’opzione scatta soltanto quando i tassi di interesse oltrepassano il limite prestabilito, secondo delle cadenze definite e l’andamento di uno o più parametri previsti nel contratto del mutuo (es. Euribor o i tassi BCE).

Con l’opzione Cap si ha modo di fissare un tetto massimo in sede di contratto per tutelare il mutuatario da possibili e improvvisi rialzi. In tempi come questi, con gli inevitabili rialzi, le banche tendono a posizionare un Cap con uno spread più alto.

Consigliamo infatti di controllare il tasso floor, la soglia minima fissata dalla banca al di sotto della quale la rata del mutuo non potrà scendere. In molti casi come tasso di partenza viene applicata una cifra più alta rispetto ad un tasso variabile classico.


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Mutuo a tasso variabile oggi

La situazione non migliorerà nel corso del tempo, specie dopo il nuovo aumento dei tassi BCE di oltre 50 punti. Si stima che per ogni 50 punti di Euribor la rata mensile aumenti di 40 euro per ogni 100.000 euro di mutuo siglato.

I più colpiti sono infatti i mutui più recenti e a tasso basso, essendo il parametro a 1 mese arrivato a 330 punti. A conti fatti, un mutuo da 220 mila euro a 30 anni partito a maggio 2021 è passato da 705 euro al mese a 1.401 euro. Se iniziato nel 2013, la rata del mutuo è passata dai 782 euro iniziali a 1.217. Molto di più rispetto ad un affitto con riscatto.

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