Pensioni anticipate, la conferma della Ministra Catalfo: entro giugno 2021 si decide la riforma

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04/01/2021

Pensioni anticipate, la conferma della Ministra Catalfo: entro giugno 2021 si decide la riforma

La riforma delle pensioni vedrà delineare i criteri di flessibilità entro giugno 2021. La presa di posizione arriva dalla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Secondo l’esponente del governo, i tecnici sono al lavoro su un ripensamento complessivo sia del sistema previdenziale che di quello del welfare. Importanti aggiornamenti sono quindi in arrivo nei prossimi mesi anche per quanto riguarda i meccanismi di assistenza e rispetto alle politiche attive.

Le proposte che si delineano avranno quindi un impatto globale su lavoro e pensioni. D’altra parte, un intervento di ampio respiro non è più procrastinabile. Entro la fine dell’anno corrente si assisterà infatti al termine della sperimentazione sulla quota 100, che permette di accedere all’Inps con almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione fino al 31/12 del 2021. Il governo ha già affermato in diverse occasioni di non voler rinnovare l’opzione per gli anni a venire.


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A partire dal 2022 sarà quindi necessario mettere mano alle regole di accesso alla pensione. In caso contrario, resterebbero in essere le norme di pensionamento previste dalla legge Fornero. Senza un intervento correttivo i lavoratori che non riusciranno a maturare in tempo utile la quota 100 rischiano di trovarsi di fronte a un vero e proprio scalone, che li escluderebbe per diversi anni dall’agognata pensione.

Riforma pensioni 2021: il confronto tra governo e sindacati

Nel corso del 2022 si sono succeduti gli incontri tra governo e sindacati per arrivare a una quadra sul tema della riforma previdenziale. Se riguardo alle tematiche chiave c’è stata convergenza, è sulle strategie da attuare per colmare il gap che si rileva ancora una certa distanza. I tavoli tecnici sulle pensioni finora non hanno visto emergere proposte condivise da entrambi gli schieramenti.

I prossimi mesi saranno quindi fondamentali per cercare di arrivare a una soluzione condivisa. A pesare è soprattutto il capitolo dei costi, anche in virtù delle difficoltà di bilancio che si sono concretizzate a seguito della pandemia e degli importanti oneri sostenuti dall’ente pubblico di previdenza per garantire il welfare di emergenza.

La Ministra Catalfo ritiene comunque che un accordo sarà trovato entro il mese di giugno 2021. Le nuove misure dovranno garantire un accesso più leggero all’Inps in favore di coloro che non potranno beneficiare della quota 100, sebbene appare improbabile che le regole siano altrettanto vantaggiose rispetto a quelle attuali.


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Pensioni anticipate verso quota 102, ma l’età minima rischia di salire a 64 anni

Rispetto al quadro generale appena evidenziato, negli ultimi mesi si è parlato molto di una possibile quota 102. I criteri di accesso sarebbero quindi più stringenti se paragonati alla quota 100. In gioco ci sono due anni in più dal punto di vista anagrafico (con ingresso minimo a 64 anni). Oltre alla possibilità concreta di una penalizzazione sull’assegno, che potrebbe costare fino al 3% l’anno. I sindacati hanno invece chiesto a gran voce un’opzione di uscita dai 62 anni di età e con 20 anni di versamenti senza l’applicazione di trattenuta e in contemporanea la quota 41 per tutti.

Tra queste ipotesi, la distanza è ancora molta e nei prossimi mesi bisognerà capire in che modo potrà essere colmata. Sullo sfondo restano però aperte anche altre opzioni, che potrebbero essere disponibili per coloro che vivono situazioni di disagio in età avanzata. Al riguardo, nel breve termine dovrebbe insediarsi la commissione sui lavori gravosi. Mentre particolare attenzione sarà prestata anche ai lavoratori che subiscono i rischi dettati dal Covid e dalla pandemia in corso.

Infine, sulla questione dei costi dovrebbe essere dirimente anche la neo commissione che si dovrà occupare di gestire la separazione dei capitoli di spesa dettati dall’assistenza e dalla previdenza. Il lavoro di quest’ultima sarà determinante, visto che il principale nodo da sciogliere resta proprio quello del finanziamento dei nuovi strumenti di accesso agevolato alla pensione.

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