Reddito di cittadinanza sospeso per errore del CAF: che fare?

Autore:
28/05/2020

Se il CAF sbaglia qualcosa e dall’errore deriva una sospensione dell’erogazione del reddito di cittadinanza come ci si deve comportare?

Reddito di cittadinanza sospeso per errore del CAF: che fare?

Il reddito di cittadinanza è un sostegno al reddito dei nuclei familiari che si trovano in difficoltà economiche e che sono in possesso di determinati requisiti familiari, reddituali e patrimoniali. Essendo il calcolo del sussidio basato principalmente sulla composizione del nucleo familiare fondamentale è aggiornare l’INPS in caso essa cambi. Vediamo il caso.

Reddito di cittadinanza e cambiamenti nucleo

Un nostro lettore, raccontandoci le vicende del fratello, ci chiede:

Buongiorno,
vi scrivo per chiedervi un chiarimento in merito all’aggiornamento della situazione familiare di una persona che percepiva il reddito di cittadinanza.

Mio fratello dal luglio 2019 percepiva il reddito di cittadinanza.
Nel dicembre 2019 è nata la bambina e anche la compagna è andata a vivere con lui cambiando quindi la residenza.
Entrambi sono disoccupati (stanno vivendo con l’aiuto da parte nostra e dei genitore della convivente).
A gennaio del 2020 (esattamente il 15 gennaio 2020) mio fratello si è presentato al CAF con l’isee aggiornato  (suo e della compagna)  dichiarando anche la nascita della bambina.
(quindi entro i termini del 31 gennaio).
Tutti i documenti da lui presentati, secondo il CAF, andavano bene.
il reddito l’ha percepito fino al mese di gennaio 2020.
Dal febbraio 2020 non gli è stato erogato più nulla.
Si è presentato al CAF i primi di marzo e la risposta è stata quella che l’Inps avrebbe erogato le mensilità di febbraio a partire dal 17 marzo 2020 in poi.
Con il COVID 19 anche i CAF sono stati chiusi e non si è avuta la possibilità di avere ulteriori informazioni.
A questo punto abbiamo telefonato all’INPS: la risposta è stata che il CAF avrebbe dovuto presentare una nuova domanda.
E’ corretto?
MA UN CAF QUESTE COSE LE DEVE SAPERE !! Mio fratello ha perso 4 mesi di reddito! L’errore è stato commesso da persone non competenti e che trovano tutte le scuse addossando la colpa all’Inps!
Cosa possiamo fare in questo caso?

Premettiamo innanzitutto che l’assistenza che i CAF offrono per la presentazione e la variazione delle domande di reddito di cittadinanza è a titolo gratuito (grazie ad una convenzione con l’esecutivo che finanzia il servizio).

Altra premessa d’obbligo è che per le variazioni del nucleo familiare che non derivino da decessi o da nuove nascite è necessario, come previsto dal Decreto 4/2019 presentare nuova domanda di reddito di cittadinanza.

Nel caso di suo fratello, quindi, non è a causa della nascita della figlia che è stato interrotto il sussidio (per una nascita, infatti, non è richiesto presentare nuova domanda di reddito di cittadinanza ma solo aggiornamento dell’ISEE), ma dal cambio di residenza della sua compagna che, quindi, è entrata a far parte del nucleo familiare e questo richiedeva non l’aggiornamento dell’Isee ma la presentazione di una nuova domanda di sussidio.


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Per rispondere alla sua domanda, quindi, al di là del fatto che concordo con lei sul fatto che il CAF deve essere aggiornato su determinate cose e avrebbe dovuto far presente che era necessario presentare nuova domanda di reddito di cittadinanza, per i 4 mesi che suo fratello ha perso a causa dell’errore, purtroppo non si può fare nulla per recuperare la cifra persa (non sono dovuti arretrati).

Come precisa l’ADUC se un CAF sbaglia può essere citato per il risarcimento dei danni, sia per le operazioni effettuate dietro compenso che per quelle gratuite. Se ritiene, quindi, che il CAF in questione abbia agito con negligenza può atti e documenti alla mano, citare il Centro Fiscale per farsi risarcire i danni poichè ad un CAF è richiesta non solo accortezza ma anche diligenza (così come stabilisce il Codice Civile all’articolo 1176).

Può procedere inviando una lettera di messa in mora al CAF. Nel caso il Centro Fiscale non accolga la sua richiesta può decidere se adire per vie legali o provare una conciliazione stragiudiziale presso il Giudice di Pace.

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