Saldo e stralcio: una fregatura per i contributi ai fine della pensione

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23/04/2020

Saldo e stralcio con accredito dei contributi Inps, una riduzione eccessiva, è giusto? Cosa si può fare? Rispondiamo a queste domande analizzando cosa prevede la normativa in merito.

Saldo e stralcio: una fregatura per i contributi ai fine della pensione

Con saldo e stralcio della legge 14/2018, molti hanno potuto sanare i contributi Inps non pagati utili al raggiungimento del requisito contributivo per la pensione dei lavoratori autonomi. Coloro che hanno aderito al “saldo e stralcio” hanno pagato il debito in una misura inferiore a quanto richiesto, questo ha comportato due situazioni: da una parte il contribuente ha eliminato i debiti con il fisco o enti previdenziali pagando un valore di molto inferiore in rispetto al debito originario; dall’altra nel caso di contributi Inps, l’importo pagato è quello effettivo e non corrisponde alla copertura totale. Chiariamo nel dettaglio quest’aspetto rispondendo ad un nostro lettore.

Saldo e stralcio e contributi Inps

Un lettore ci ha posto la seguente domanda: Ho aderito al saldo e stralcio con pagamento in unica rata al 31 novembre 2019 per anni 2012 al 2017 ma mi sono stati accreditati per fini pensionistici solo un mese per ogni anno penalizzandomi per fini pensionistici e giusto? 

Purtroppo,  le somme accreditate ai fini contributive sono quelle effettivamente pagate. Dal punto di vista previdenziale chi ha utilizzato Saldo e Stralcio, ha avuto una pesante riduzione della copertura previdenziale. La riduzione è su due fronti:  sia ai fini del diritto che nella misura della pensione. Questo accade in quanto non è prevista la copertura da parte dell’INPS o delle Casse Professionali della cifra originariamente dovuta e non versata a titolo di contribuzione IVS.


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Recuperare la parte contributiva mancante

È possibile in alcuni casi recuperare la parte contributiva mancante versando i contributi volontari, questi possono essere versati solo dai  lavoratori che hanno cessato o interrotto l’attività lavorativa, sono ammessi anche i lavoratori iscritti alla Gestione separata, per:

√ perfezionare i requisiti di contribuzione necessari al raggiungimento del diritto alla prestazione pensionistica;

√ incrementare l’importo del trattamento pensionistico a cui si avrebbe diritto, nel caso si sono già perfezionati i requisiti contributi richiesti.

Per poter accedere alla contribuzione volontaria bisogna chiedere l’autorizzazione dei versamenti all’Inps, la domanda è subordinata alla cessazione o interruzione del rapporto di lavoro.

I contributi volontari possono essere versati solo per coprire periodi in corso e non possono essere utilizzati a copertura di anni precedenti scoperti da contribuzione o coperta in parte (come nel caso specifico).  

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