TFR o TFS dipendenti statali: sentenze e parere Consiglio di Stato per arrivare al nulla
Pagamento e anticipo TFR o TFS (buonuscita) dipendenti statali, tra sentenze per incostituzionalità ad oggi col parere del Consiglio di Stato, una farsa che continua nel tempo lasciando rabbia e amarezza.
Il pagamento del TFR o TFS (chiamata anche buonuscita) per i dipendenti pubblici è una questione che lascia molta amarezza e rabbia nei lavoratori del pubblico impiego. Ripercorriamo la strada che ha attraversato le aule dei Tribunali sull’incostituzionalità del pagamento rateizzato nel tempo, per poi proporvi le considerazioni di un nostro lettore.
TFR o TFS: il Tribunale accoglie il ricorso la Corte lo considera “non irragionevole”
Il TFR o TFS dipendenti statali, entra nelle aule del Tribunale di Roma che accoglie il ricorso CONFSAL-UNSA e solleva la questione d’incostituzionalità pubblicato il comunicato dove si legge: “Dopo lo sblocco del contratto nel pubblico impiego, l’UNSA arriva ancora alla Corte Costituzionale per difendere la dignità dei lavoratori pubblici. Il Tribunale di Roma nell’udienza del 12 aprile ha riconosciuto valide le motivazioni della Confsal-UNSA, che ha presentato ricorso – attraverso una propria iscritta “portatrice di d’interesse contro l’indebito RITARDO per i SOLI Dipendenti Pubblici del PAGAMENTO del TFR/TFS”.
Sulla questione di equiparazione tra settore pubblico e privato, si pronuncia la Corte Costituzionale con la sentenza n. 159/2019, la quale decide che “non è irragionevole” differire e rateizzare i trattamenti di fine servizio dei dipendenti pubblici.
Contestualmente nella sentenza si legge: “restano impregiudicate le questioni di legittimità costituzionale […] nelle ipotesi di raggiungimento dei limiti di età e di servizio o di collocamento a riposo d’ufficio a causa del raggiungimento dell’anzianità massima di servizio.”
Quest’ultimo punto lascia trapelare dubbi, perché come rileva il sindacato Confsal – Unsa. “Volendo tradurre quest’ultimo assunto si potrebbe sostenere che se il ricorrente fosse stato un lavoratore/pensionato al compimento del 65° anno di età, la Corte avrebbe accolto il ricorso dichiarando l’illegittimità delle norme che differiscono e rateizzano il trattamento di fine servizio.”
La questione lascia tanta amarezza e dubbi ancora non definiti.
Anticipo TFR o TFS dipendenti statali
Ultimi sviluppi sull’anticipo TFR o TFS dipendenti statali per un valore massimo di 45.000 euro previsto nel decreto – legge n. 4/2019.
Dopo ritardi arriva il parere del Consiglio di Stato sull’anticipo di TFS che riporta il seguente esito finale: “la Sezione sospende l’espressione del parere in attesa degli adempimenti in motivazione”. Nasce spontaneo chiedere di quali adempimenti in motivazione si parla? Ricordiamo che l’anticipo del trattamento di fine rapporto per i dipendenti statali è stato inserito nel Decreto-legge b. 4/2019 unitamente alla Quota 100. Ebbene, a distanza di un anno, non solo la misura non è operativa, ma dopo un emendamento per accelerare i tempi, la risposta del Consiglio di Stato riaccende la delusione nei tanti pensionati che hanno optato per il pensionamento anticipato e speravano di percepire il TFS senza attendere anni.
Ricordiamo che l’anticipo del TFS non è a costo zero, prevede un tasso d’interesse annuo a carico del soggetto finanziario comprensivo di eventuali oneri. Il finanziamento sarà esente da imposta di bollo e dall’imposta di registro e da qualsiasi imposta di registro, diritto o tributo. Il beneficiario dovrà pagare gli interessi agevolati alla banca, che sono fissati mensilmente dall’ultimo Rendistato pubblicato dalla Banca Italia, gravato dallo 0,30 per cento.
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Commenti di un lettore
Invio il mio commento ad un programma televisivo che aveva trattato la questione
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