TFS statali e ritardi nei pagamenti: una vergogna tutta italiana
Il TFS dei dipendenti pubblici è una vergogna tutta Italia, leggiamo le considerazioni di un nostro lettore.
Si torna a parlare di TFS dei dipendenti del pubblico impiego. Ci siamo impegnati a pubblicare le lettere di protesta che i nostro lettori ci inviano al riguardo, in parte per protestare nei confronti della misura mai attuata dell’anticipo TFS previsto dal decreto legge 4/2019, in parte per coloro che si lamentano per i tempi di attesa lunghissimi per poter ricevere quanto spetta loro di diritto. Molto spesso, infatti, lettori ci scrivono che decorsi i 27 mesi di attesa per la legittima liquidazione del TFS, ancora non hanno ricevuto il pagamento della prima rata di quanto gli spetta.
Sicuramente si tratta di una vergogna tutta italiana, in un Paese in cui a salvaguardare le casse dello Stato devono essere i lavoratori del pubblico impiego a rinunciare per mesi, se non per anni, a quanto gli spetta di diritto per non dissestare le finanza pubbliche qualora decidano di andare in pensione anticipata.
La vergogna totale, però, si è raggiunta con la quota 100: i quotacentisti, infatti, per ricevere il TFS spettante devono attendere prima di compiere i 67 anni necessari per accedere alla pensione di vecchiaia prima di vedere decorrere i 12 mesi necessari per la liquidazione della buonuscita.
Proprio per questo riportiamo con molto piacere l’ennesima mail che ci è pervenuta da un lettore sull’argomento del TFS, una mail abbastanza critica anche nei confronti dei dipendenti statali che, a suo avviso, non hanno mai fatto sentire la propria voce.
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TFS: proteste mai fatte
Buona sera,