Assegno Unico 2023, maggiorazione importi senza ISEE: quanto spetta e recupero arretrati

Autore:
Niccolò Mencucci
01/03/2023

Assegno Unico 2023, maggiorazione importi senza ISEE: quanto spetta e recupero arretrati

Tutti coloro che volevano fare l’Assegno Unico 2023 con l’attestazione ISEE in corso di validità purtroppo da oggi si ritroveranno a bocca asciutta. Di fatto è scaduto il termine massimo di presentazione dell’ISEE per avere il rinnovo dell’assegno con gli importi superiori alla minima consentita.

Malgrado questa brutta notizia, chi si ritroverà con la minima potrà comunque beneficiare degli arretrati dei mesi precedenti, sempre se farà domanda in tempo. Vediamo come fare e cosa comporta avere l’importo minimo quest’anno.

Assegno Unico 2023 senza ISEE, quanto spetta

Con la scadenza del termine per il rinnovo dell’ISEE ai fini dell’assegno unico, l’assegno verrà comunque pagato ma ne spetterà l’importo minimo.

Non è una bella notizia per chi vuole richiedere l’Assegno Unico 2023, dal momento che rischia di perderci il 60-70% dell’importo massimo esigibile per ogni figlio a carico. Ricordiamo che per chi ha un ISEE in corso di validità inferiore a 15.000 euro circa, potrà avere diritto ad un assegno mensile di quasi 200 euro.

Grazie alla perequazione, l’assegno mensile è passato da 175 a 200 euro al mese, dato l’aumento dell’8,1% previsto per tutti i trattamenti pensionistici e assistenziali in carico all’INPS. Per quanto riguarda l’importo minimo, si è passati da 50 a 59 euro al mese. Una magra consolazione, anche se questo non significa che non sarà più possibile richiedere l’ISEE.


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Conviene sempre fare l’ISEE, anche perché per l’Assegno Unico è possibile ottenere grazie ad esso il conguaglio degli arretrati del primo semestre.

Assegno Unico 2023, come recuperare gli arretrati

L’Assegno Unico 2023 è richiedibile sempre, in qualsiasi mese dell’anno. Il punto è che ci sono dei mesi in cui fare richiesta conviene di più. Se si vuole fare richiesta con l’attestazione ISEE, si ha tempo fino al 28/29 di febbraio dell’anno corrente, come accaduto quest’anno.

Una volta oltrepassata questa data, non si potrà più richiedere l’adeguamento, a patto di riuscire a presentare l’ISEE almeno entro il 30 giugno. L’INPS permette di presentare l’attestazione se convalidata entro il 30 giugno. In tal caso, si potrà godere degli arretrati per i mesi precedenti, che verranno corrisposti in un’unica soluzione in sede di conguaglio.

Infatti, presentando l’ISEE 2023 entro la fine di giugno, si avrà diritto al ricalcolo dell’assegno unico, tenendo conto della situazione economica comunicata, con decorrenza da marzo. Ricordiamo che per chi invece richiederà l’ISEE dopo il 1° luglio, il ricalcolo spetterà solamente dal mese successivo.

Assegno Unico 2023, come fare domanda

Per fare domanda del conguaglio degli arretrati, servirà prima di tutto l’attestazione ISEE, e per averla occorrerà prima compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica, un documento che attesterà la composizione anagrafica del tuo nucleo familiare.

Sono tutti documenti che si possono avere con un solo appuntamento presso un Centro di Assistenza Fiscale o un Patronato Locale, oppure con l’ISEE precompilato dell’INPS, disponibile online solo per i nuclei familiari con SPID, CIE, CNS abilitati (si può fare anche senza, ma bisognerà confermare alcuni dati fiscali e reddituali).


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I tempi di convalida possono differire a seconda degli enti a cui ci si rivolge: massimo una settimana nel caso di CAF e Patronati, entro una giornata se per via telematica con MyINPS.

Assegno Unico 2023, occhio alle maggiorazioni

Sempre per quanto riguarda l’Assegno Unico 2023, chi non ha fatto l’ISEE potrà comunque beneficiare di una serie di maggiorazioni, come quella per i figli successivi al secondo, che è addirittura salita da 15 a 16,20 euro con la perequazione.

Così come quelle per chi ha figli con disabilità, che vanno da 91,90 euro per i figli con disabilità media, fino a 113,50 euro per i figli non autosufficienti. Laddove invece la mamma abbia meno di 21 anni, la maggiorazione è sempre pari a 21,60 euro.

Attenzione al caso delle maggiorazioni per i genitori che lavorano, perché di recente l’INPS ha bloccato e richiesto indietro la maggiorazione ad alcuni nuclei familiari.

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