Assegno unico 2023, ritardo pagamenti di gennaio: tabella importi, rinnovo, ISEE, aumenti, quando arriva e come cambia

Autore:
Niccolò Mencucci
27/01/2023

Assegno unico 2023, ritardo pagamenti di gennaio: tabella importi, rinnovo, ISEE, aumenti, quando arriva e come cambia

Da oggi arriva la prima rata dell’Assegno Unico 2023, con tutti i nuovi importi e le maggiorazioni previste per quest’anno. Parliamo di uno dei sussidi più importanti per le famiglie italiane, soprattutto per chi si trova ad avere a carico diversi figli minorenni o con patologie disabilitanti.

Però dal 2023 il Governo Meloni ha voluto disporre una serie di novità per tutte le famiglie richiedenti, a cominciare dagli importi e dalle maggiorazioni previste per chi ha delle condizioni familiari particolari. Vediamo meglio di quali si trattano, e come cambia anche il sistema di rinnovo e di erogazione dell’Assegno Unico 2023.

Assegno unico 2023, come cambia da gennaio 2023

Da gennaio 2023 l’Assegno Unico diventa più ricco per tutte le famiglie che sono riuscite a rinnovarlo col nuovo ISEE, o a presentare domanda tramite portale INPS.

Le novità del mese sono i nuovi importi e le maggiorazioni, previste per chi ha avuto modo di vedersi accettata la domanda dell’Assegno Unico in tempi brevi.

Più il ritardo previsto per tutti coloro che hanno la cumulabilità col Reddito di Cittadinanza.

Assegno unico 2023, quando parte il rinnovo e quando arriva

Il rinnovo dell’Assegno Unico 2023 è automatico per tutti coloro che hanno già fatto domanda nei mesi precedenti, a patto che abbiano provveduto a consegnare il nuovo ISEE in corso di validità.


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Per fare l’ISEE occorre fare domanda presso il CAF, gli uffici comunali adibiti, i Patronati locali o compilarlo online sul sito INPS, alla sezione ISEE precompilato.

L’arrivo dell’Assegno è invece disposto a seconda della cumulabilità o meno col Reddito di Cittadinanza. Se si richiede solo l’Assegno, alle ore 8 del 27 gennaio dovrebbe essere stato erogato sul conto corrente del familiare beneficiario/responsabile del carico familiare.

In caso di cumulabilità, l’accredito è previsto tra il 28 e il 31 gennaio 2023, essendo il 27 il giorno adibito per l’erogazione del Reddito di Cittadinanza.

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Assegno unico 2023, tabella importi per ISEE

Altra novità è il nuovo tabellario ISEE, dal momento che, oltre a cambiare gli importi, sono cambiati anche le fasce ISEE di riferimento.

Importi, maggiorazioni e tabelle sono cambiati a causa dell’inflazione. Come accaduto per le perequazioni delle pensioni, anche i sussidi assistenziali avranno un ritocco, soprattutto per quanto riguarda il tabellario ISEE.

Si tratta di una tabella dove sono disposte le fasce ISEE adottate per il calcolo dell’assegno unico 2023. Se prima del 31 dicembre 2022 per avere tot euro bisognava rientrare in una data fascia, dal 1° gennaio si potrà beneficiare di un dato importo rientrando in un’altra fascia.

È una buona notizia per tutti coloro che prima si sono trovati con importi inferiori perché si trovavano fuori da una determinata fascia. A titolo d’esempio, oggi le fasce di riferimento ISEE:

  • per la minima si passa da 15.000 a 16.215 euro,
  • per la intermedia si passa da 19.900 – 20.000 euro a 21.511 – 21.620 euro,
  • per la massima si passa da 40.000 a 43.240 euro.

Assegno unico 2023, tutti gli aumenti previsti

Con la rivalutazione prevista anche per l’Assegno Unico 2023, gli importi e le maggiorazioni cambiano del tutto.

Solo per quanto riguarda l’importo per ogni figlio minorenne a carico, si passa:


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  • per redditi inferiori a 15.000 euro, da 175 a 188 euro al mese;
  • per redditi fino a 30.000 euro, da 100 a 107 euro al mese;
  • per redditi superiori a 40.000 euro (o senza dichiarare ISEE), da 50 a 53 euro al mese.

Nel caso delle maggiorazioni, si passa a 85-95 euro in caso di disabilità media e grave, fino a 105 euro se non autosufficiente. Mentre se si ha più figli minori, spetta un extra da 15 a 85 euro al mese secondo l’ISEE.

Rimangono invece invariate la maggiorazione forfettaria di 150 euro al mese se si ha almeno quattro figli a carico, e la maggiorazione di 20 euro se madre giovanissima (madre con meno di 21 anni d’età al momento della gestazione).

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