Bonus busta paga Aprile 2023, aumenta lo sconto contributivo: a chi spetta e di quanto

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
01/04/2023

Bonus busta paga Aprile 2023, aumenta lo sconto contributivo: a chi spetta e di quanto

Busta paga aprile, chi riceverà importi più alti? A chi spetta e quanto incide sull’importo il nuovo bonus contributi Inps previsto dal governo per i lavoratori? Vediamo come controllare lo sconto nel cedolino e quanto si risparmia al mese grazie alla misura.

Sconto contributi in busta paga, come funziona

Lo sconto contributivo previsto dal governo è attivo già dal 2022. Nel 2023 però la Legge di Bilancio ha aumentato la percentuale del bonus che ora può essere del 2 o del 3%.  A seconda della soglia di reddito totale.  Quindi in busta paga c’è un risparmio più elevato. Alcuni lavoratori hanno già potuto verificare gli aumenti a partire da gennaio, altri invece per effetto dei nuovi adeguamenti, riceveranno un conguaglio nella busta paga di marzo.

Quindi nello specifico per chi verrà pagato lo stipendio di marzo nei primi giorni di aprile, ci sarà un importo più elevato per effetto del cumulo del bonus sui contributi INPS di tre mesi. Il periodo di validità di tale esenzione è stato fissato al momento per 13 mensilità fino a dicembre 2023. Il beneficio non penalizza in alcun modo il cumulo contributivo ai fini previdenziali e pensionistici, in quanto la quota mancante verrà compensata dallo Stato.

Quanto aumenta lo stipendio con il bonus contributi?

Chi ha uno stipendio che non supera un massimo imponibile IRPEF, calcolato mensilmente, potrà godere per tutto l’anno di una riduzione sulla quota contributiva previdenziale da pagare all’ INPS. Per stabilire se si ha diritto a questo bonus quindi, bisogna verificare di rientrare in queste due fasce di reddito:

  • 1.923 euro per avere il 3% mensile
  • 2.692  euro per avere il 2% mensile

Quando si superano i limiti, il lavoratore non avrà più diritto allo sconto. Pertanto si applicherà la quota contributiva in forma piena, anche se per solo il mese di competenza. Il risparmio in busta paga, quindi, è in percentuale rispetto a quanto teoricamente si dovrebbe pagare.


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Facendo un calcolo, i dipendenti potranno godere di un importo maggiore come netto in busta paga, che aumenterà dai 19 ai 41 euro mensili, e beneficerà particolarmente chi si attesta sui 25.000 euro annui. Non stiamo parlando di grandi cifre, ma chi avrà il conguaglio dei tre mesi precedenti ad aprile potrà contare sicuramente su un aumento più consistente.

Come controllare il bonus contributi in busta paga

Le tasse sulle quali viene applicato lo sconto bonus per tutto il 2023 sono i contributi I.V.S. cioè “Invalidità, Vecchiaia e Superstiti“, e sono le quote a carico del lavoratore, solitamente dal 24 al 33% imposte per l’indennizzo previdenziale INPS.

Per visualizzare correttamente l‘esonero contributivo della riduzione del cuneo fiscale 2023, bisognerà trovare la voce presente nel cedolino che evidenzierà la riduzione di questo contributo. Indicato solitamente con IVS o FAP e che riporta di seguito la percentuale applicata che dovrebbe essere già ridotta rispetto alle precedenti buste paga.

Bonus contributi e nuova IRPEF, come cambierà la busta paga

Il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti è uno degli obiettivi di governo, da inserire stabilmente in Riforma del fisco, per permettere ai dipendenti di pagare meno tasse e quindi di ottenere maggiore potere di acquisto. Sommando il beneficio della riduzione contributiva con altre misure cumulabili, l’importo in busta paga potrà risultare più alto. Ma ovviamente per ognuno varierà in base al fattore principale che è la fascia di reddito appartenente.

Quando la manovra verrà definitivamente approvata, i lavoratori potranno anche contare sulla nuova IRPEF, che per alcuni garantirà un applicazione dell’imposta in maniera sicuramente inferiore rispetto al passato. Con l’ipotesi più accreditata che è qualla della riduzione a tre fasce, cioè 25%, 35% e 43%, sicuramente gli importi più alti come netto in busta arriveranno a chi guadagna tra i 15.000 e i 28.000. Che passerebbero dal secondo scaglione al primo, tagliando di ben altri due punti percentuali la quota tasse dall’imponibile.

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