Bonus Renzi 2023: non erogato in busta paga? Come e quando recuperarlo col modello 730

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
06/05/2023

Bonus Renzi 2023: non erogato in busta paga? Come e quando recuperarlo col modello 730

L’ex Bonus Renzi che consiste in un importo aggiuntivo di 100 euro al mese in busta paga, spesso non viene correttamente erogato dal datore di lavoro, o corrisposto in misura minore o maggiore del dovuto. Come fare per rimediare? C’è la soluzione conguaglio tramite modello 730, che permette di ricevere il rimborso delle somme non accreditate ma spettanti. Vediamo come funziona il calcolo del bonus in base al reddito IRPEF e come fare per inserire le quote mancanti nella dichiarazione dei redditi 2023.

Bonus 100 euro non erogato in busta paga, come recuperarlo

Il Bonus 100 euro o trattamento integrativo viene corrisposto in busta paga al lavoratore che ne ha diritto. Se si rientra in determinate fasce di reddito, si ha diritto alla riduzione del cuneo fiscale prevista dal governo. Per chi ha due lavori part-time o è ai limiti previsti dalla legge perchè non guadagna sempre le stesse cifre, può accadere che il bonus non venga adeguatamente erogato.

Le mancanze si possono recuperare tramite dichiarazione dei redditi o modello 730. Prima si effettua la dichiarazione, anche precompilata, e meglio è perchè i rimborsi arriveranno già con lo stipendio di luglio.

Modello 730/2023 come inserire le quote mancanti del Bonus Renzi

Nel modello 730/2023, già disponibile per la consultazione e dall’11 maggio per la modifica c’è una sezione apposita per dichiarare le quote mancanti del Bonus Renzi 2023. Per farlo bisogna compilare accuratamente la sezione del quadro C, nella quale si devono inserire gli importi non corrisposti.


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E per controllare quanto spetta basterà andare a verificare quanto risulta già erogato e quanto eventualmente no, ricavandolo dalla Certificazione Unica rilasciata dal datore di lavoro. Il consiglio per chi ha più di una CU è quello di rivolgersi a professionisti abilitati ed intermediari, in modo da calcolare esattamente quanto c’è da recuperare e non commettere errori.

A chi conviene il rimborso annuale con 730 del bonus 100 euro

Sicuramente l’erogazione del bonus 100 euro in busta paga ha i suoi vantaggi, tra questi anche quello di poter avere in automatico quanto spetta senza dover fare i calcoli. A volte i dipendenti possono essere esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Potrebbe quindi non essere necessaria la compilazione del 730, a meno che non si rientri in categorie particolari.

Ad esempio chi ha un reddito al limite dell’incapienza, e quindi non è certo di avere diritto al bonus. Ma anche colf, babysitter, badanti e lavoratori domestici, per i quali i datori di lavoro non sono tenuti a corrispondere il trattamento integrativo. Per questi ultimi l’unica strada per recuperare la somma spettante è quella di fare il 730 ed attendere il rimborso annuale. Per altri invece c’è il rischio che ci sia qualche quota da dover restituire. Vediamo in quali casi può accadere.

Trattamento integrativo, chi rischia di restituirlo nel 2023?

Il bonus 100 euro, attualmente spetta a lavoratori e disoccupati Naspi con redditi IRPEF tra i 15 e i 28mila euro. Molti però non sanno che, vista l’automaticità dell’erogazione in busta paga, c’è il rischio restituzione in molti casi. Questo perchè, quando il reddito varia nel corso dell’anno ci possono essere dei periodi in cui non ha diritto al bonus ma si riceve lo stesso in busta paga.

Ad esempio, può succedere quando un lavoratore mensilmente rientra nella soglia per ricevere il trattamento integrativo, ma poi con il conguaglio finale supera i limiti previsti dalla legge perchè l’azienda non ha considerato altri redditi o perchè si hanno contemporaneamente più rapporti di lavoro. Pertanto chi rischia questa situazione per non trovarsi a debito e dover subire trattenute di stipendio in seguito alla presentazione del 730, farebbe bene a rinunciare al bonus ogni anno, poi eventualmente recuperare quanto spetta con la dichiarazione dei redditi

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