Bonus Sicurezza 2023, proteggi la tua casa col nuovo incentivo: come richiederlo e quando

Autore:
Niccolò Mencucci
20/04/2023

Bonus Sicurezza 2023, proteggi la tua casa col nuovo incentivo: come richiederlo e quando

Arriva per chi vuole proteggere la propria casa un vero e proprio bonus per la sicurezza degli immobili. Si tratta di un bonus che andrà a favore non solo dei proprietari ma anche di chi ha a diverso titolo la disponibilità dei locali, come gli usufruttuari e gli inquilini.

Ma vediamo prima cos’è, e come funziona questa agevolazione, e soprattutto per quali tipologie di immobili è prevista.

Bonus sicurezza per proteggere la tua casa: cos’è

Il bonus sicurezza è una detrazione IRPEF prevista all’interno delle agevolazioni per la ristrutturazione degli immobili.

Questa detrazione potrà essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo, a patto che il massimale di spesa per tutti gli interventi di messa in sicurezza dell’immobile non superi i 96.000 euro.

Il bonus può essere molto utile per chi in passato ha subìto dei furti o delle rapine, o teme di subirne se si ritrova in un quartiere ad alto rischio e con difficoltà di poter assicurare il proprio immobile.

Essendo una detrazione IRPEF, bisogna valutare la possibilità o meno di richiedere lo sconto in fattura o la cessione del credito, vista l’attuale situazione relativa al blocco dei crediti da parte del Governo.


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Bonus sicurezza, come funziona

Il bonus sicurezza prevede una riduzione degli oneri fiscali per gli interventi che rientrano nel bonus ristrutturazioni. Parliamo di interventi compiuti sugli immobili per l’installazione di:

  • dispositivi antifurto,
  • sistemi di videosorveglianza,
  • porte blindate,
  • grate alle finestre,
  • tapparelle metalliche,
  • vetri antisfondamento, cancellate, recinzioni,
  • rilevatori antifumo e sistemi anti-incendio.

La finalità di questo bonus è quella di migliorare la sicurezza sugli immobili, a seguito di una serie di interventi vòlti alla ristrutturazione. Pertanto non sarà compreso, ad esempio, un semplice contratto di vigilanza stipulato con un istituto privato.

Per saperne di più sugli interventi trainanti relativi al bonus ristrutturazioni, annessi al bonus sicurezza, è consigliato consultare l’elencazione del Testo unico dell’edilizia, in particolare per:

  • la manutenzione straordinaria,
  • il restauro ed il risanamento conservativo,
  • la ristrutturazione di edifici adibiti.

Bonus sicurezza, per quali immobili è previsto

Teoricamente possono beneficiare del bonus sicurezza tutti i proprietari ed i titolari di diritti reali o di godimento sugli immobili ove si effettuano i lavori.

Così facendo, non sarà più limitato ai soli proprietari di casa, ma saranno ammessi al bonus anche l’usufruttuario, l’inquilino, il comodatario.

A sua volta potranno accedere al bonus anche i familiari conviventi del proprietario, purché sia possessore o detentore degli immobili in cui sono stati eseguiti gli interventi. Come familiari conviventi rientrano anche quelli da unione vivile o da convivenza di fatto.

L’essenziale è che le spese siano effettuate tramite bonifici e fatture emesse dalle imprese per i lavori svolti, purché l’immobile in questione sia ad uso residenziale, anche se di qualsiasi categoria catastale. Potrà riguardare anche le rispettive pertinenze, come i giardini e i box auto.

Bonus sicurezza, quanto si può risparmiare

Il bonus sicurezza funziona come detrazione IRPEF, che andrà a garantire una riduzione del 50% sulle spese relative agli interventi di messa in sicurezza, purché effettuati entro il 31 dicembre 2024.


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Con un massimale di spesa di 96.000 euro, si potrà beneficiare di un taglio di massimo 48.000 euro, a patto di indicare nella dichiarazione dei redditi l’importo totale dei lavori fiscalmente agevolati e i dati di pagamento.

Si dovrà utilizzare il cosiddetto bonifico parlante, integrato dai codici fiscali del contribuente e della ditta che ha eseguito i lavori di installazione. Sarà necessario anche riportare i dati catastali dell’immobile in cui sono stati effettuati gli interventi fiscalmente e conservare la documentazione tecnica per eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Ricordiamo che l’agevolazione comincerà a scendere dal 1° gennaio 2025, passando dal 50% al 36%, sempre in soluzione rateale a 10 anni.

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