Superbonus 110, banche a rischio e crediti congelati? Cosa succede in caso di truffa e chi paga

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
23/03/2023

Superbonus 110, banche a rischio e crediti congelati? Cosa succede in caso di truffa e chi paga

Superbonus 110%, scoperte maxi frodi per almeno 3,2 miliardi di euro. Quali conseguenze in caso di truffa? Vediamo perchè ora qualcuno potrebbe ritrovarsi con il credito ceduto congelato e inesigibile e quali sono attualmente le banche più a rischio.

Superbonus, truffa da 3,2 miliardi di euro

Truffe su Superbonus, cominciano ad emergere gli illeciti grazie ai nuovi controlli stringenti da parte della Guardia di Finanza e di Agenzia delle Entrate. Si tratta di più di 3,2 miliardi di euro, riguardanti prezzi gonfiati su materiali, lavori mai portati a termine e crediti inesistenti. Una gran parte di questi riguarda il Bonus facciate. Alla luce degli ultimi eventi di cronaca, che hanno scoperto solo una minima parte di tutte le truffe che si stimano siano state fatte sulla misura, molti potrebbero ritrovarsi con il credito congelato da parte della banca. E la situazione per chi ha già crediti incagliati si aggrava.

Questo perchè, per contrastare una frode fiscale così ampia, a pagare saranno anche quelli che hanno sempre agito nella legalità. I contribuenti quindi dovranno presto dare l‘addio definitivo all’epoca delle ristrutturazioni a costo zero. Nel frattempo però chi ha ancora lavori da terminare potrà contare sugli emendamenti al testo di legge che sono in via di approvazione dal governo su alcune proroghe per il Bonus edilizi.

Cessione crediti, le banche più a rischio

Come riportato oggi dal quotidiano La Repubblica, nella maxi truffa Superbonus scoperta ieri sono coinvolti alcuni tra i maggiori gruppi finanziari italiani. Si tratta in particolar modo di Intesa San Paolo, che avrebbe ancora da smaltire circa 10 miliardi di euro. Per questo motivo ha già dichiarato che anche in caso di proroga, la capienza è esaurita. Poi c’è Unicredit che si ferma a quota 5 miliardi di euro, e che già da febbraio, all’entrata in vigore del decreto, non accetta più nuove pratiche.


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Successivamente anche PosteItaliane aveva sospeso le operazioni di cessione, in quanto ancora con 4,5 miliardi da compensare. Sulla base di questi dati, il rischio è che molti di questi soldi siano derivati da cessioni inesistenti dichiarate illecitamente. Il governo però sta studiando una soluzione, in particolar modo per salvare i crediti maturati dal 2022. Potrebbe essere riaperta la possibilità di comunicarli al fisco, sbloccandoli con una sanzione di 250 euro.

Superbonus le proroghe previste per lavori e cessioni

Sono in discussione alcuni emedamenti al decreto Superbonus che permetteranno ad alcuni contribuenti di poter continuare ad usufruire della cessione alla banca, dello sconto in fattura e del termine lavori per un periodo più lungo rispetto a quanto inizialmente previsto. La prima notizia è che si sta considerando una proroga più lunga per villette ed unifamiliari.

Le ristrutturazioni poranno essere terminate entro il 30 settembre invece che a fine giugno. Poi ci sono le eccezioni del Bonus barriere architettoniche e bonus caldaia. Chi richiede queste agevolazioni potrà continuare con il vecchio regolamento ottenendo sia la cessione del credito che lo sconto in fattura. Viene poi previsto un allungamento delle detrazioni a rate, con 10 anni invece che quattro, per permettere anche agli incapienti di poter accedere allo sconto IRPEF.

Cosa si rischia in caso di truffa su Superbonus

Molti cittadini che hanno già effettuato pagamenti e lavori per il Superbonus si stanno chiedendo se, dalle indagini dovesse essere scoperto un illecito compiuto dalla ditta che ha ristrutturato, cosa si rischia. In base alle ultime leggi le conseguenze di una eventuale truffa sono molto gravi. Si va dal rimborso della cifra ottenuta maggiorato del 200% come sanzione, fino alla reclusione da uno a sei anni per reato di evasione fiscale e frode.

Inoltre anche il committente che esegue i lavori, nel caso chieda una detrazione tramite fatture false o con prezzi gonfiati rischia di essere denunciato per concorso in truffa ai danni dello Stato. E può risponderne con una condanna che va dai due ai sette anni di carcere.

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