Superbonus 110, posti lavoro a rischio con stop cessione crediti: ultime decreto edilizi

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18/02/2023

Superbonus 110, posti lavoro a rischio con stop cessione crediti: ultime decreto edilizi

Il decreto sullo stop alla cessione dei crediti derivanti dal Superbonus è stato varato dal governo lo scorso 16 febbraio, e le conseguenze del provvedimento non saranno soltanto quelle più immediate, ma avranno ricadute dirette sui lavoratori del settore.

Molte aziende che operano nell’edilizia dovranno chiudere o licenziare alcuni dipendenti a causa della mancanza di lavoro. Infatti, il divieto alla cessione del credito provocherà almeno tre conseguenze: gli interventi per l’efficientamento energetico diminuiranno, le imprese lavoreranno molto meno e ci sarà un grosso danno per l’ambiente.

Il presidente Genovesi, dalla Fillea CGIL, il sindacato dei lavoratori delle costruzioni, avverte che la crisi del settore sta per sfociare in una delle più gravi vertenze sindacali, e se il governo non aprirà subito un tavolo di confronto, andrà sempre peggio. Vediamo quali scenari si prospettano d’ora innanzi secondo i vertici dei sindacati lavoratori coinvolti.

Stop cessione crediti Superbonus: il lavoro a rischio

Col decreto che dispone lo stop alla cessione dei crediti Superbonus e altri bonus edilizi, d’ora innanzi non sarà più possibile ottenere lo sconto in fattura in seguito alla richiesta dei bonus edilizi.

Il provvedimento, secondo il ministro dell’economia Giorgetti, si è reso necessario in quanto il debito pubblico ha risentito molto della politica che ha portato il Superbonus edilizio al 110%. A suo dire, il Superbonus 110% si è dimostrata una scelta “scellerata”. Ad ogni modo, i vertici dei principali sindacati del settore avvertono che la crisi innescata dal nuovo decreto rischia di degenerare, provocando effetti ancor più tragici.


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Come si anticipava in apertura, infatti, le aziende che avranno sempre meno lavoro, con ogni probabilità dovranno chiudere, e oltre 100.000 lavoratori rimarranno disoccupati.

Inoltre, Genovesi spiega che la decisione del governo avrà serie ricadute anche sulle famiglie meno abbienti, che non potranno più ristrutturare senza lo sconto in fattura, sia sulle imprese più grandi, che dovranno licenziare molti lavoratori.

Se il governo non cambierà la sua posizione, prosegue il presidente, il sindacato proclamerà uno sciopero generale della filiera edilizia, insieme a ogni mobilitazione necessaria. Tuttavia, i problemi innescati dal decreto sullo stop alla cessione, non finiscono qui.

Stop alla cessione dei crediti è d’ostacolo al PNRR

Di avviso simile è anche il segretario della Filca-CISL Enzo Pelle, che confermando la possibile perdita di oltre 100.000 posti di lavoro, dà un allarme più grosso.

Se i lavoratori del settore si ritroveranno ben presto disoccupati, si innescherà una vera e propria “bomba sociale”, ma non solo.

Gli obiettivi del PNRR saranno difficilmente raggiungibili, in quanto i lavoratori che perderanno il lavoro, costituiscono quel “patrimonio di professionalità” necessario per realizzare le opere del PNRR.

A tale proposito, è necessario accelerare sulla realizzazione delle opere del PNRR, ma l’intervento da effettuare a monte con una semplificazione normativa.

Anche secondo il segretario Pelle, è possibile che si inneschi un’enorme vertenza sindacale, che nel tempo avrà delle ricadute più grosse anche rispetto a quelle dei grandi gruppi, che però fanno più notizia.

Il governo deve intervenire subito

Secondo Pelle, inoltre, il nostro governo, in quanto governo politico, deve subito mettersi al lavoro per emanare provvedimenti che guardino al lungo periodo.

Al centro dell’attenzione del nuovo esecutivo, deve esserci la revisione dei bonus edilizi, in modo tale da poter aiutare chi ha un reddito più basso a effettuare le ristrutturazioni.


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Anche chi ha una classe energetica più bassa, inoltre, deve essere messo in condizione di ristrutturare il proprio immobile al più presto, e per emanare provvedimenti mirati, il confronto è la via maestra.

È per questo, infatti, che il segretario Filca-CISL auspica che il governo convochi presto i sindacati e apra un tavolo di confronto, perché la tutela di questo settore strategico è fondamentale per garantire all’Italia un futuro migliore.

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