Superbonus, evita i debiti dovuti allo stop e ristruttura casa in questo modo
Superbonus, dopo lo stop cessioni e sconto del governo bisognerà anche fare i conti con le nuove norme sulle case green imposte dall’Europa. Ristrutturare casa per molti sarà obbligatorio. Ecco come farlo senza indebitarsi troppo sfruttando i bonus edilizi ancora attivi nel 2023.
Stop cessioni superbonus: a chi conviene la detrazione fiscale
Il dibattito sul superbonus è in continuo rinnovo, dopo il nuovo decreto del governo che ha cambiato le regole fondamentali ed ha posto fine alla possibilità di sfruttare la cessione del credito e lo sconto in fattura. IL risultato è che i contribuenti non accederanno più alla liquidità immediata. Ed anche quelli che potranno fare i lavori in questa modalità nel 2023, saranno obbligati a recuperare i soldi già spesi per la ristrutturazione tramite la detrazione fiscale. Cioè lo sconto IRPEF annuale applicato in dichiarazione dei redditi.
Nonostante l’impegno del governo sia quello di cercare il più possibile di salvare imprese e cittadini già coinvolti con le pratiche burocratiche ed asseverazioni in corso, il futuro praticamente il superbonus potrà essere richiesto solo da chi ha una elevata capienza fiscale, cioè un reddito imponibile alto.
E la possibilità che lo sconto poi venga erogato in 10 anni rende ancora meno appetibile la misura da parte di condomini, proprietari ed inquilini. Ma ci sono ancora alcune possibilità di poter ristrutturare casa, totalmente o parzialmente ottenendo un forte sconto sugli interventi da pagare. Frazionando e differenziando i bonus infatti si possono fare molti lavori con percentuali di sconto variabili. Parliamo dei bonus edilizi ancora attivi, alcune opportunità da cogliere al volo perchè potrebbero in futuro, molto presto essere modificati anche questi.
Stop superbonus ma resta obbligo ristrutturazione “Case Green”
La cancellazione del beneficio fiscale al 110% per il superbonus che è ora al 90%, e poi la successiva cancellazione delle opzioni sconto in fattura e cessione del credito arriva in un momento nel quale, per il prossimo futuro potrebbe verificarsi un vero e proprio caos con una corsa obbligatoria alle ristrutturazioni edilizie. Questo perchè la nuova norma imposta dall’Unione Europea sulle “case green” prevede che entro il il 2033 tutti gli immobili ad uso abitativo dovranno appartenere alla classe energetica non inferiore alla D.
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E visto che in Italia più di tre quarti delle case non sono a norma, i proprietari saranno chiamati ad effettuare interventi di implemento dell’efficienza energetica obbligatori. Per non rischiare sanzioni o vedere deprezzato il valore di mercato dell’immobile. In mancanza di liquidità e reddito, per anticipare i costi dei lavori fatti col superbonus, l’unica opzione possibile sarebbe quella di frazionare gli interventi. Ad esempio facendone uno due ogni anno e nel frattempo sfruttando la detrazone del 65% del bonus ristrutturazioni ancora attivo.
Ecobonus ristrutturazioni al 65%: come funziona
L’Ecobonus per la ristrutturazione è un’agevolazione tra le poche che ancora resta in vigore senza modifiche. Si tratta di un benefit fiscale che permette di risparmiare fino al 65% per interventi legati all’implemento della classe energetica dell’immobile. Questo poi ovviamente si traduce anche in una minore spesa per le bollette in quanto i lavori dovranno essere finalizzati a consumare meno energia.
Infatti è possibile installare con lo sconto: pompe di calore, scaldacqua e generatori solari. Comprende quindi anche dispositivi per scaldare l’ambiente ecologici e senza uso di gas, come ad esempio il bonus per l’acquisto di stufe a pellet e legna. Mentre per altri interventi si può sempre contare sulla detrazione del semplice “bonus ristrutturazioni” al 50% dell’importo, che comprende anche lo sconto su infissi, serramenti e caldaie.
Senza superbonus ristrutturare casa costerà meno
Come riportato da molte associazioni di costruttori, una delle poche buone notizie in merito alla cancellazione della cessione per il credito del superbonus, è il fatto che sarà richiesto da molte meno persone, e per chi potrà ottenerlo il rischio frodi sarà praticamente quasi azzerato. Questo comporterà certamente danni economici gravi e licenziamenti, ma nel lungo periodo le imprese e le ditte di fornitura dei materiali che fino ad ora hanno sfruttato l’alta richiesta per aumentare di molto i prezzi, nel futuro saranno costretti ad abbassare i costi. E sicuramente chi vorrà accedere ad una ristrutturazione di un immobile pagherà molto meno rispetto a se avesse chiesto lo stesso intervento utilizzando il superbonus.
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