Indennità di accompagnamento: spunta sul certificato medico

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22/07/2020

La mancanza di una spunta sul certificato medico non fa perdere la possibilità di ottenere l’accompagnamento. Lo ha confermato la Cassazione nel 2019

Indennità di accompagnamento: spunta sul certificato medico

Un errore che potrebbe farti perdere l’accompagnamento. Sapevi che c’è un errore che potrebbe farti perdere l’accompagnamento? Una spunta mancante nel certificato medico introduttivo è uno dei motivi più comuni per cui molti invalidi civili al 100% si vedono negata l’indennità di accompagnamento.
È successo anche a te? Non aspettare oltre! Scopriamo insieme cosa puoi fare in questi casi.

Il certificato medico introduttivo

Facciamo un piccolo passo indietro.

Come già saprai, il primo passo che occorre fare per essere riconosciuto invalido con diritto all’accompagnamento è quello di far predisporre al tuo medico di base il certificato medico introduttivo. Si tratta di un certificato medico indispensabile ed obbligatorio che va presentato telematicamente all’INPS.

È importante che il medico a cui ti rivolgi conosca bene la tua storia in modo tale da poter essere quanto più preciso possibile nel riportare le patologie invalidanti. Il medico che ti segue in questa fase deve essere molto scrupoloso e deve sapere con precisione cosa richiedi all’Inps e per quale motivo.


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Com’è fatto il certificato medico?

Dopo una prima parte che riporta i dati anagrafici, il certificato presenta tre sezioni.
Le sezioni anamnesi e obiettività servono al medico per presentare il quadro clinico del richiedente, i sintomi che riscontra e anche la storia clinica personale e familiare del paziente.
Dopo troviamo la diagnosi. Qui il medico deve riportare le patologie di cui è affetto il richiedente. Bisogna anche indicare eventuali patologie oncologiche in atto ed eventuali patologie gravi.
La parte finale del certificato poi presenta delle caselle che possono essere sbarrate o spuntate, a seconda di ciò che vuoi richiedere: invalidità civile, cecità civile, sordità, disabilità e handicap.
Ma veniamo al punto da cui dipende un errore che fa perdere l’accompagnamento. 

Un errore che fa perdere l’accompagnamento

Tra i campi da compilare vi è una sezione con due spunte a disposizione del medico. Le due caselle che possono essere spuntate riportano queste diciture:

  • Persona impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore
  • Persona che necessita di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.

E’ bene precisare, evitando dunque qualsivoglia fraintendimento, che il medico non è obbligato a spuntare la dicitura, ma può spuntarne una o entrambe se lo ritiene opportuno. 


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Ma attenzione! La presenza di queste due spunte non dà automaticamente diritto all’indennità di accompagnamento. Si tratta di una semplice indicazione del medico che va valutata dalla commissione medica dell’Inps.
Il problema è che la mancanza di questa spunta ha portato tante volte l’Inps a non concedere l’accompagnamento a persone che ne avevano diritto, sulla base di una certificazione medica non idonea o comunque incompleta.
Ma a tutelare i cittadini ci ha pensato la Corte di Cassazione.

La soluzione favorevole della Cassazione


Con la Sentenza n. 14412/2019, la Suprema Corte di Cassazione ha precisato che la mancanza delle spunte non rende improcedibile il ricorso, nella specie definito accertamento tecnico preventivo. L’errore infatti non riguarda la domanda di invalidità presentata dal richiedente, ma solo il certificato medico e per tale ragione non può addebitarsi un errore del medico al singolo richiedente.

Nonostante questa sentenza a tutela dei cittadini e delle persone con invalidità, è sempre meglio controllare bene che il certificato medico introduttivo inoltrato dal medico sia stato compilato correttamente. Ricordiamo che questo certificato dovrà essere consegnato poi alla commissione medica prima della visita. È importante quindi fare il possibile per offrire un quadro clinico chiaro e presentarsi bene alla commissione.

Cosa fare se l’Inps non ti riconosce l’indennità di accompagnamento proprio perché manca una delle due spunte?


Non c’è alternativa. Occorre rivolgersi subito ad un avvocato e fare ricorso entro sei mesi dal quando ti è stato comunicato l’esito negativo.

Se ti trovi nella situazione suindicata o ritieni che la valutazione medica non rappresenti correttamente le tue patologie allora sarò pronto ad ascoltare la tua storia ed aiutarti per ottenere la prestazione assistenziale, studiando con l’attenzione che meriti il tuo caso e fornendoti tutto il supporto necessario.

Per qualsiasi domanda non esitare a scrivimi all’indirizzo email [email protected]

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Avv. Stefano Di Giacomo appassionato ed esperto di materia previdenziale

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