Crisi di impresa, fondo di salvaguardia aziende e dipendenti del MISE: partono le domande

Autore:
03/02/2021

Il Fondo MISE per la salvaguardia di aziende e dipendenti contro le crisi di impresa riceve le domande online. Si parte alle ore 12h00 del 2 febbraio 2021, a disposizione ci sono 300 milioni di euro di fondi stanziati dallo Stato.

Crisi di impresa, fondo di salvaguardia aziende e dipendenti del MISE: partono le domande

Contro le crisi d’impresa parte il fondo di salvaguardia di aziende e dipendenti. Lo strumento del MISE diventa operativo per offrire un sostegno concreto in favore di aziende e marchi storici che possiedono una rilevanza strategica al fine di tutelare l’economia e l’interesse nazionale. Ma le risorse pubbliche sono a disposizione anche di tutte quelle Spa che dispongono di almeno 250 dipendenti.

La partenza dell’operazione è fissata dal 2 febbraio 2021. La gestione è stata concessa ad Invitalia, ovvero l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. I fondi sono stati concessi a disposizione dal cosiddetto decreto Rilancio e corrispondono a 300 milioni di euro. Il riferimento va all’articolo numero 43 del Decreto Legge 34/2020.

Crisi di impresa, che cos’è il fondo di salvaguardia del MISE

Dal punto di vista pratico, il fondo di salvaguardia di aziende e dipendenti punta ad acquisire partecipazioni di minoranza all’interno di imprese che vivono momenti di difficoltà per via della crisi da coronavirus. Al contempo, l’operazione è finalizzata a proporre un piano di ristrutturazione aziendale pensato per garantire la salvaguardia dell’impresa. In questo modo, si punta però anche a salvaguardare i livelli occupazionali.


Leggi anche: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite

Per partecipare, bisogna necessariamente rispettare alcune condizioni specifiche. In primo luogo, è necessario aver aperto un confronto per la crisi d’impresa presso il Ministero dello Sviluppo economico. È basilare quindi verificare la situazione di difficoltà economico – finanziaria in base agli orientamenti comunitari e ai flussi di cassa.

Infine, bisogna essere titolari di marchi storici di interesse nazionale, oppure società di capitali con più di 250 dipendenti. Infine, c’è la possibilità di partecipare anche per detenzione di beni e rapporti di rilevanza strategica per l’interesse nazionale, indipendentemente dal numero di occupati.

Fondo di salvaguardia: qual è il ruolo di Invitalia nella ricezione e gestione delle domande

Rispetto a quanto evidenziato finora, vediamo quindi qual è il ruolo giocato da Invitalia nell’operazione. L’agenzia pubblica si occuperà di gestire un fondo da 300 milioni di euro attraverso la partecipazione diretta di quote societarie (di minoranza). La durata dell’operazione è di cinque anni, mentre le condizioni di vendita sono già definite al momento dell’investimento.

Ogni singola operazione può avere un controvalore massimo di 10 milioni di euro e viene attivata insieme ad altri investitori privati indipendenti. Quest’ultimi apportano il 30% delle risorse investite. L’impresa stessa deve poi proporre un ulteriore contributo in base alla propria dimensione. Si va dal 25-40% delle PMI, fino al 50% delle grandi organizzazioni.


Potrebbe interessarti: Tredicesima mensilità 2023: a chi spetta, quanto viene tassata e come si calcola

Quando partono le domande di accesso al fondo di salvaguardia per le crisi d’impresa

Le informazioni tecniche sulla partenza delle domande di accesso al fondo indicano che le aziende possono inviare le proprie pratiche a partire dalle ore 12h00 del 2 febbraio. Per inoltrare la domanda è necessario accedere alla piattaforma informatica e inserire le informazioni richieste. Il sistema prevede quindi il caricamento degli allegati e la firma digitale della richiesta.

Con l’invio della pratica si genera infine un numero di protocollo che confermerà e identificherà l’istanza. Ogni impresa può presentare al massimo una domanda. Tutti i dettagli su come procedere sono inseriti all’interno del testo del decreto risalente allo scorso 20 gennaio.

Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl