Navigator: per il MdL contratti non prorogabili

Autore:
02/11/2022

Navigator: per il MdL contratti non prorogabili

Una recente nota ministeriale sui navigator mette il punto conclusivo ad una situazione che si sta dilungando ormai da tempo. Rischiando di aprire al contempo un nuovo fronte di rivendicazione con i sindacati.

Tutto ciò, con un effetto in parte paradossale. Il cambio di passo sul reddito di cittadinanza che il nuovo governo vuole porre in essere rischia di ripercuotersi proprio su coloro che dovrebbero facilitare il reingresso lavorativo dei percettori di assegni assistenziali.

Quello che è certo a questo punto è che l’esecutivo Meloni non prorogherà ulteriormente il contratto dei navigator. Si tratta di circa 1000 lavoratori, dai 3000 iniziali, che rischiano di finire in disoccupazione. Una situazione derivante dall’impossibilità effettiva di provvedere al reinserimento di molti beneficiari del reddito di cittadinanza.

Navigator e reddito di cittadinanza: perché è così difficile il reinserimento lavorativo

Purtroppo, il ruolo di molti navigator è stato reso difficile dalla situazione effettiva sul campo. I dati parlano chiaro. Su circa 1,8 milioni di famiglie alle quali è stato finora garantito il reddito di cittadinanza, solo 660mila persone avevano le caratteristiche necessarie per poter sottoscrivere il patto per il lavoro.

Se poi si approfondiscono ulteriormente i dati, emerge che coloro che hanno centrato l’obiettivo del reinserimento lavorativo sono 115mila.

Infine, prendendo come riferimento quest’ultimo, non è chiaro in quanti siano effettivamente riusciti a ottenere il nuovo impiego tramite i navigator. È chiaro che il riverbero della situazione sulla proroga del contratto dei navigator è apparso decisivo per la decisione presa dal nuovo esecutivo.

Il commento del ministero sui navigator: il contratto non è rinnovabile

La conseguenza diretta della situazione appena esposta si è concretizzata in una nota del ministero del Lavoro. La ministra Marina Calderone ha specificato che i contratti dei navigator non sono prorogabili. Pertanto, eventuali ulteriori utilizzi del personale richiederebbero un’apposita norma.


Leggi anche: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite

L’esecutivo non ha però intenzione di procedere in tal senso. Tanto che nessuna soluzione di questo tipo è allo studio attualmente. Per essere espliciti, la stretta sul reddito di cittadinanza andrà a colpire prima di tutto i navigator. Ovvero coloro che dovevano facilitare il reinserimento lavorativo e che all’atto pratico non hanno avuto il peso auspicato sulla questione.

Il reddito di cittadinanza verso un forte ridimensionamento

Così, il mancato rinnovo del contratto dei navigator potrebbe risultare una vera e propria cartina di tornasole per il destino del reddito di cittadinanza. Che se non verrà abolito, si avvia comunque verso un forte ridimensionamento. Diversi esponenti del nuovo governo hanno già evidenziato la necessità di tagliare il sussidio a coloro che hanno tutte le carte in regola per cercare un nuovo lavoro.

Si tratta di circa 660mila persone che attualmente beneficiano dell’assegno di welfare pur avendo firmato il patto per il lavoro. In questo modo, la spesa corrente per il reddito di cittadinanza potrebbe essere ridotta fortemente. Liberando così risorse per altri provvedimenti, considerati più urgenti o comunque più utili dal punto di vista sociale.

I navigator sperano nell’attività ricognitiva avviata dalle Regioni

Se appare ormai certo che il contratto dei navigator non sarà più rinnovato, l’attenzione ora si sposta sulle Regioni. Le quali avrebbero avviato un’attività ricognitiva al fine di valutare le possibilità di reinserimento degli operatori con il contratto in scadenza.

D’altra parte, il problema di quale sarà il destino di questi lavoratori resta. E i sindacati si preparano a rivendicare il diritto alla continuità lavorativa.

In una lettera risalente allo scorso 24 ottobre, le principali sigle chiedevano un incontro urgente al governo per discutere della questione. Per le Regioni che non hanno ancora ultimato le assunzioni previste dal piano di potenziamento dei centri per l’impiego, la proroga dei contratti fino al 31 dicembre 2022 sarebbe a costo zero.

Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl