Smart working e pubblica amministrazione: le novità in arrivo

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27/10/2022

Smart working e pubblica amministrazione: le novità in arrivo

Smart working e pubblica amministrazione, il tema rappresenterà una delle sfide da gestire per il nuovo governo. Sul punto si è già registrato l’intervento del successore di Renato Brunetta. Il quale ha spiegato di avere un approccio laico alla questione. Tra i punti più importanti ci sarà però la verifica dei risultati, che dovranno quindi essere garantiti indipendentemente dalla modalità lavorativa.

Per il resto, l’orientamento di Paolo Zangrillo è di garantire le stesse opportunità a tutti i lavoratori. E in questo senso, la pubblica amministrazione dovrà seguire i migliori principi già presenti nel mondo del lavoro. Confermando quindi che lo smart working resterà uno strumento al quale i dipendenti pubblici potranno continuare a fare riferimento, ma solo nei casi in cui la situazione sarà ottimale.

Smart working e pubblica amministrazione: impossibile rinunciare allo strumento

Cogliendo quindi le stesse parole del neo ministro Paolo Zangrillo, la PA non rinuncerà allo smart working. Anche perché “significherebbe confermare che la pubblica amministrazione sia diversa dalle altre organizzazioni”. È chiaro però che trattare questo tema all’interno del contesto pubblico non sia semplice.

Esistono infatti diverse aree critiche relative a smart working e pubblica amministrazione, sulle quali il nuovo governo dovrà riflettere con attenzione. A partire dalla necessità di avviare attività di formazione specifiche per l’addestramento del personale al lavoro agile, come si era già sottolineato dal ministero in precedenza.


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Infatti, lo smart working non può essere paragonato a un semplice cambio di orari o di luogo di svolgimento del lavoro. In aggiunta, occorre sottolineare la necessità di garantire la continuità del servizio pubblico ai cittadini.

Come è organizzato il ministero in ottica di smart working e pubblica amministrazione

Da questo punto di vista, il ministero ha organizzato negli scorsi anni (e in particolare durante la pandemia) le modalità lavorative in smart working. Spiegando che sono le singole amministrazioni a scegliere quali attività possano essere svolte attraverso il lavoro agile. Tutto ciò, in accordo con le parti sociali, che si occupano di garantire il quadro e le condizioni lavorative.

L’idea è di favorire la conciliazione delle esigenze lavorative e familiari nella pubblica amministrazione, garantendo le prestazioni organizzative e i servizi offerti ai cittadini. Ovviamente, resta implicito che vi sono numerose attività che richiedono la presenza del personale e che non possono quindi essere prestate allo smart working.

I risultati della Commissione tecnica dell’ex ministro Brunetta

Il punto di partenza per il nuovo governo saranno le evidenze raccolte dalla commissione tecnica sul lavoro agile avviata dall’ex ministro Renato Brunetta. I dati raccolti dai tecnici indicano che i lavoratori pubblici hanno espresso soddisfazione rispetto alla possibilità di lavorare in smart working. Manca però una verifica relativa all’impatto della produttività, così come alla risposta degli utenti rispetto ai servizi erogati.

È chiaro che questo passaggio sarà essenziale per capire attraverso quali modalità potrà proseguire l’attività di smart working. Le ultime rilevazioni indicano infatti che un livello di produttività soddisfacente è stato rilevato solo nel 44,8% dei casi. Un dato che appare ancora troppo basso e sul quale sarà necessario intervenire.

Il ministro Zangrillo: su smart working e pubblica amministrazione serve adottare una logica differente

Proprio prendendo spunto da queste considerazioni il ministro Zangrillo ha indicato la nuova strada da seguire, chiedendo di passare da una logica di controllo a una di verifica dei risultati. Per aprire la PA al lavoro agile serve “maturità”. E in tal senso, “se il sindacato rivendica la possibilità di avere smart working, deve essere consapevole che lo smart si può fare a determinate condizioni”.


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In particolare, si sottolinea l’importanza di poter verificare i risultati relativi ai servizi erogati ai cittadini da remoto. Il ministero si concentrerà proprio su quali modalità è possibile impiegare in tal senso, così da poter gestire diversamente il rapporto di lavoro. D’altra parte, l’approccio non sembra essere inviso ai sindacati. I quali hanno espresso parole di apprezzamento per l’apertura allo smart working, dicendosi disponibili ad approfondire il tema attraverso un nuovo confronto.

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