Trasporto pubblico: tariffe in crescita per l’inflazione

Autore:
15/09/2022

Trasporto pubblico: tariffe in crescita per l’inflazione

Trasporto pubblico, tariffe in progressivo aumento a causa del caro energia e dell’inflazione. I rincari dovuti agli aggiornamenti perequativi si sono fatti sentire in molte città. Con conseguenze facilmente immaginabili per le tasche dei pendolari e di tutti coloro che sono costretti a fare affidamento ai mezzi pubblici per i propri spostamenti.

Vista la situazione contingente, le aziende di trasporto pubblico hanno ovviamente applicato aumenti più pesanti negli ultimi mesi. Solo in alcune città i prezzi risultano invece stabili in virtù di scelte locali. Ed in attesa di interventi futuri del governo, che si spera possano compensare l’aumento dei costi. Evitando così che gli effetti negativi si possano riverberare a cascata sui cittadini.

Trasporto pubblico: tariffe in aumento in 5 Regioni

Secondo un recente approfondimento realizzato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, sarebbero almeno 5 le Regioni all’interno delle quali si è assistito a un aumento delle tariffe. A livello tecnico, si parla di aggiornamento, visto che la legge prevede la possibilità di adeguare i costi al servizio, al fine di mantenerlo sostenibile.

A livello pratico, si tratta di aumenti applicati al prezzo dei biglietti oppure degli abbonamenti. Ovviamente, non tutte le aziende di trasporto reagiscono allo stesso modo, visto che alcune Regioni stanno cercando di reperire fondi per evitare di intervenire direttamente sulle tariffe finali.


Leggi anche: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite

Attualmente sono 5 le Regioni ad aver già praticato degli aumenti tariffari: Lombardia, Piemonte, Marche, Campania e Puglia. A queste se ne potrebbero però aggiungere presto altre.

Trasporto pubblico, la situazione difficile dettata dal perdurare della crisi

D’altra parte, il trasporto pubblico locale sta affrontando ormai da anni una situazione di emergenza che non accenna a rientrare. La pandemia da Covid-19 ha pesato fortemente sui bilanci degli operatori del settore. I numerosi lockdown e lo smart working hanno portato a dover rivedere i conti e ad adottare nuove strategie per garantire la sostenibilità del comparto.

Ora i rincari energetici e l’inflazione rischiano di produrre ulteriori perdite durante un momento nel quale invece ci si attendeva un recupero. Le risorse a disposizione degli enti locali sono inoltre sempre più limitate. L’intervento sulle tariffe appare quindi inevitabile, all’interno di questo scenario.

Trasporto pubblico, tariffe più care: alcuni esempi

Dalla teoria alla pratica, gli esempi dei primi aumenti sul trasporto pubblico si riscontrano negli aggiornamenti tariffari applicati di recente. A Torino, il biglietto integrato metropolitano è passato da 2,70 € a 3,50 €. A Napoli, dallo scorso 1° agosto 2022 il prezzo della corsa semplice urbana è salito a 1,2 euro dai precedenti 1,1 euro.

Anche in Lombardia si sono registrati aumenti negli ultimi mesi. A titolo di esempio, lo scorso agosto il biglietto della corsa semplice a Milano è stato portato a 2,20 €. Anche se il provvedimento è momentaneamente congelato fino ad ottobre. Mentre il trasporto regionale ha registrato l’aumento dei biglietti e degli abbonamenti dal 1° settembre 2022. In particolare, gli aumenti sono stati del 3,82% per i titoli ferroviari e dell’1,91% per gli integrati.

In Lombardia le città di Mantova, Cremona, Brescia e Bergamo hanno già attuato nuovi aumenti dei biglietti. Le aziende di trasporto locale sono alla ricerca di soluzioni. Ma anche laddove non sono stati già praticati nuovi aumenti, difficilmente nei prossimi mesi sarà possibile evitare del tutto la pratica.


Potrebbe interessarti: Tredicesima mensilità 2023: a chi spetta, quanto viene tassata e come si calcola

L’aumento delle tariffe nel solco dell’inflazione e dei rincari energetici

L’aumento del costo del trasporto pubblico sembra destinato a confermarsi come uno dei principali trend della mobilità per i mesi a venire. La guerra in Ucraina non accenna a terminare, mentre le conseguenze del conflitto e la crisi del gas perdureranno per mesi, se non per anni. Resta quindi difficilmente immaginabile una situazione diversa dall’adeguamento dei costi di trasporto all’inflazione.

L’inverno 2022 – 2023 sarà probabilmente costellato dal fenomeno. E gli aumenti del trasporto pubblico rappresenteranno un fenomeno di portata nazionale. Eppure in altri Paesi è stato deciso in tempi non sospetti di investire nel trasporto pubblico, abbassando di fatto i costi per gli utenti.

Come avvenuto, ad esempio, in Spagna. Dove dallo scorso primo settembre e fine alla fine del 2022 gli abbonamenti e i biglietti delle tratte pubbliche locali ed a media distanza sono a carico dello Stato. Mentre in Germania per tre mesi gli abbonamenti estivi sono stati fissati al prezzo simbolico di 9 euro.

Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl