Bonus Irpef 100 euro 2021: perché 1,5 milioni di lavoratori rischiano la restituzione

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26/02/2021

Sul bonus Irpef 100 euro scatta il rischio di restituzione per un milione e mezzo di percettori che hanno ottenuto il beneficio nel cedolino dello scorso luglio. Il governo chiamato a intervenire.

Bonus Irpef 100 euro 2021: perché 1,5 milioni di lavoratori rischiano la restituzione

Bonus Irpef 100 euro a rischio restituzione per 1,5 milioni di lavoratori. La questione è all’attenzione dell’esecutivo Draghi, che dovrà decidere se intervenire con un provvedimento correttivo. D’altra parte, l’amplia platea dei cittadini potenzialmente coinvolti rischia di creare non pochi malumori. Ma vediamo in cosa consiste il problema nello specifico e quali sono i possibili risvolti nel breve termine.

Bonus Irpef da 100 euro: ecco perché i lavoratori rischiano di dover restituire il beneficio fiscale

La questione della restituzione del bonus Irpef da 100 euro sorge con l’intervento del governo Conte Bis. Quest’ultimo ha deciso di variare le fasce di reddito comprese nel bonus Renzi. Attraverso l’ultimo aggiornamento normativo l’agevolazione è stata alzata dalle precedenti 80 euro alle attuali 100 euro. Ma i decisori pubblici hanno deciso di cambiare anche la fascia reddituale di riferimento, estendendo l’iniziativa a coloro che percepiscono da 28mila a 40mila euro l’anno lordi.


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In tal senso, ricordiamo che il beneficio viene applicato seguendo il principio solidaristico della progressività, diminuendo quindi l’importo al crescere del reddito e fino ad azzerarsi completamente una volta superata la soglia indicata come massima. La normativa prevede però che la sua applicazione segua il principio della detrazione di imposta. Non si tratta quindi di un credito fiscale eligibile in qualsiasi condizione.

Questo elemento porta al rischio di dover restituire parzialmente o totalmente il bonus erogato a partire dallo scorso 1° luglio 2020. Infatti, il calcolo di stima del bonus 100 euro Irpef deve essere applicato in base al reddito complessivo del lavoratore e non solo a quello indicato nel cedolino dello stipendio.

Quali sono i risvolti nell’applicazione automatica del bonus 100 euro da parte delle aziende

Tenendo in considerazione quanto appena evidenziato, appare ovvio che le aziende hanno applicato indistintamente l’agevolazione fiscale ai propri dipendenti. Quest’ultime infatti non possono determinare la presenza di altri redditi in aggiunta a quelli da lavoro dipendente. Per non far perdere il bonus, hanno quindi proceduto all’applicazione della detrazione in base ai dati conosciuti (fungendo da sostituto d’imposta per il versamento dell’Irpef).


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Considerando che i destinatari della misura sono stati circa 1,5 milioni di lavoratori dipendenti. Ora bisognerà capire cosa succederà a coloro che hanno usufruito del bonus fuoriuscendo dalle fasce di reddito. Molti lavoratori potrebbero vedersi richiedere dall’Agenzia delle Entrate la restituzione parziale o totale del beneficio, in base alla specifica situazione del contribuente.

Perché molti lavoratori rischiano di dover restituire il bonus: alcuni esempi pratici

Se si considera con attenzione la questione, appare chiaro che il bonus potrebbe rivelarsi per molti una vera e propria scocciatura amministrativa e contabile. Oltre a ciò, diventa evidente l’obbligo di provvedere alla sua restituzione. Basti pensare al fatto che sono circa 600mila i cittadini che risultano proprietari di prima casa (che ai fini fiscali produce un reddito) vicini alla soglia delle 40mila euro lorde annue.

Altri 28mila si trovano vicini alla soglia dei 28mila euro, che implicherebbe la necessità di restituire comunque una parte del bonus 100 euro. Ma oltre alla mera questione oggettiva, vi è anche l’aspetto burocratico e amministrativo che rischia di mettere in evidenza ancora una volta la complessità burocratica del sistema fiscale italiano. Sul punto non resta quindi che attendere il pronunciamento del nuovo governo Draghi, dal quale si attende un intervento risolutivo.

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