Cartelle esattoriali: stralcio e rottamazione allo studio

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25/10/2022

Cartelle esattoriali: stralcio e rottamazione allo studio

Cartelle esattoriali, il governo studia nuovi provvedimenti in relazione allo stralcio e rottamazione per gli importi ridotti. A livello pratico, stiamo parlando di vere e proprie mini cartelle, ad esempio per delle tasse o delle multe che non sono state pagate.

Grazie al nuovo intervento, l’esecutivo potrebbe quindi ottenere da un lato maggiori entrate per crediti che al passare del tempo procedono verso l’inesigibilità. E dall’altro lato offrire un aiuto concreto ai cittadini che desiderano sistemare la propria posizione con il fisco.

Proprio quest’ultimo elemento è stato al centro della campagna elettorale. Tutte le forze di centro destra hanno infatti inserito all’interno del proprio programma la necessità di riformare il fisco, sebbene con provvedimenti differenti in base alla specifica formazione politica. Ma l’obiettivo comune resta quello di avvicinarlo ai cittadini, rendendolo più equo.

Cartelle esattoriali: un nuovo accordo tra fisco e cittadini

Il nuovo accordo tra fisco e cittadini sulle cartelle esattoriali dovrebbe quindi passare per la pace fiscale. Questa potrebbe concretizzarsi attraverso un nuovo passaggio di saldo e stralcio, finalizzato a risolvere le pratiche rimaste ancora irrisolte. D’altra parte, con la pandemia e la crisi economica dovuta all’inflazione e al caro energia, sempre più cittadini hanno incontrato difficoltà a regolare il proprio rapporto con il fisco.

I nuovi provvedimenti sui quali stanno lavorando i tecnici prenderebbero infatti spunto proprio da quelli portati avanti in precedenza durante la crisi del coronavirus. A partire dalle cancellazioni prodotte dal governo Conte, per proseguire fino a quelle decise dal premier uscente Mario Draghi.

Sulle cartelle esattoriali pesano i crediti non più incassabili

Come anticipato, la necessità di un intervento sul settore è dettato anche dalla situazione contingente. Agendo diversamente, molte somme continuerebbero a restare difficili da incassare da parte dei cittadini. La nuova premier Giorgia Meloni ha dato priorità alla questione delle cartelle esattoriali, per andare incontro alle difficoltà dei contribuenti.


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Ma la  Corte dei Conti indica comunque un percorso in salita. L’ultimo intervento di saldo e stralcio ha coinvolto circa 50 miliardi di crediti fiscali. Una cifra importante, ma che rappresenta solo una piccola parte degli oltre 1000 miliardi di euro attualmente presenti nei magazzini dell’Agenzia delle Entrate.

Soldi che ovviamente non potranno essere raccolti integralmente e sui quali la stessa AdE ha chiesto più volte di intervenire. Da un lato attraverso misure di recupero e dall’altro prendendo atto che molti crediti sono diventati a tutti gli effetti inesigibili.

Quali misure potrebbero essere prese dal nuovo governo

Dal punto di vista pratico, le misure sulle quali è al lavoro il governo neo eletto riguardano il possibile perimetro di intervento per il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali. Indiscrezioni di stampa vedono fissare il limite massimo di accesso alle posizioni debitorie che non superano singolarmente 3mila euro.

Una seconda ipotesi, che implicherebbe una perdita meno ingente per le casse pubbliche, riguarda invece le posizioni che vanno da 1000 a 2mila euro. Per quanto concerne invece gli anni di riferimento, si guarderebbe al decennio che va dal 2010 al 2020. Tutto ciò, considerando che gli interventi precedenti hanno riguardato posizioni debitorio dal 2000 al 2010.

Rottamazione quarter da affiancare al saldo e stralcio

In aggiunta, il governo starebbe valutando anche l’avvio di una nuova campagna di rottamazione delle cartelle esattoriali. Si tratterebbe della rottamazione quater, che andrebbe a riguardare le cartelle emesse nell’ultimo quinquennio. Questa opzione permetterebbe il pagamento pieno delle imposte dovute con un forfait del 5% riguardante sanzioni e interessi.

In aggiunta, il piano di rateizzazione dei pagamenti potrebbe essere dilazionato con rate fino a cinque anni. In questo modo, sarebbe possibile portare in pari le posizioni di coloro che non sono riusciti ad approfittare delle precedenti rottamazioni. Offrendo così ai cittadini una nuova opportunità di sistemare il proprio rapporto con il fisco.


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