Dichiarazione Redditi 2023, guida al 2, 5 e 8 per mille: cosa sono e come scegliere

Autore:
Niccolò Mencucci
22/05/2023

Dichiarazione Redditi 2023, guida al 2, 5 e 8 per mille: cosa sono e come scegliere

La Dichiarazione dei redditi è un documento non sempre obbligatorio, ma in certi casi conviene farlo se si può ottenere in cambio un rimborso sulla propria busta paga o pensione INPS.

Nel caso si scelga di farla, bisogna ricordarsi però che la Dichiarazione dei Redditi prevede degli obblighi di versamento dell’IRPEF, ovvero i cosiddetti 2, 5, e 8 per mille.

Va detto però che negli ultimi anni questi versamenti sono diventati meno obbligatori.

Dichiarazione dei redditi, novità per 2, 5 e 8 per mille

Quando si fa la Dichiarazione dei Redditi verso la fine della compilazione ci verrà richiesto a chi destinare una percentuale irrisoria delle proprie imposte.

Col tempo però la destinazione di queste quote millesimali è diventata non più obbligatoria. Ad oggi infatti è possibile non selezionare alcuna destinazione, a meno che non si tratti dell’8 per mille.

Se per il 2 e il 5 per mille è possibile non selezionare alcuna opzione, e quindi riportarle dentro le casse dello Stato, non si può fare altrimenti con l’8 per mille, che verrebbe comunque destinato alla prima selezione.

Inoltre la scelta non è alternativa alle imposte in sé: il contribuente potrebbe anche scegliere di destinare al tempo stesso sia l’8 che il 2 che il 5 per mille, e tale scelta non comporterebbe nessuna maggiorazione d’imposta.

Dichiarazione dei redditi, cosa sono i 2, 5 e 8 per mille

Facciamo un breve sunto di cosa sono il 2, il 5 e l’8 per mille nella Dichiarazione dei Redditi.

Il 2 per mille prevede che il contribuente assegni lo 0,2% della propria Irpef a un partito politico o a un’associazione culturale. Disposto dal governo Letta nel 2013, può essere un rinforzo per le associazioni che lavorano anche nel terzo settore, quello per il supporto alla comunità.

Proprio gli enti del terzo settore possono essere i destinatari del 5 per mille, a patto che siano registrati come enti non profit presso l’elenco dei beneficiari tenuto dall’Agenzia delle Entrate e alle iniziative sociali dei comuni.

Introdotto con la Finanziaria 2006, verrà stabilizzato nel 2014, per poi venire modificato con la Riforma del Terzo Settore del 2017.

Mentre l’8 per mille, il primo delle quote millesimali introdotte, è stato nel 1984, e può venire destinato allo Stato o ad una confessione religiosa, tra cui la Chiesa Cattolica.

Dichiarazione dei redditi, a chi spettano gli 2, 5 e 8 per mille

Queste quote millesimali servono per sostenere vari attori sociali e istituzioni giuridiche e religiose. Praticamente l’1,5% dell’IRPEF della tua Dichiarazione dei Redditi potrebbe andare a:

  • associazioni culturali,
  • enti del Terzo settore,
  • amministrazioni locali (es. Comuni),
  • Stato italiano,
  • confessioni religiose.

Oltre agli enti del Terzo settore, gli effettivi beneficiari del 5 per mille sono anche i Comuni, che però sono vincolati a destinare le risorse alle proprie attività sociali, mentre le attività no profit sono tenute a individuare la finalità più adatta.

In entrambi i casi, Comuni ed Enti hanno sempre l’obbligo di rendicontazione.

Diversamente, per l’8 per mille ha come finalità il finanziamento di interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali, ma questo se viene destinato allo Stato.

Nel caso della Chiesa Cattolica, secondo il Concordato del 1984, potrà utilizzare i fondi per esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi in via di sviluppo.

Lo stesso vale anche per le altre confessioni religiose, accessibili con la legge 222 del 1985, purché riconosciute dallo Stato italiano (vincolo della personalità giuridica).

Dichiarazione dei redditi, cosa succede se non scegli

Solo l’8 per mille è obbligatorio, ovvero che, anche non scegliendo, verrà comunque destinato alla Chiesa Cattolica.

Perché il principio della non-scelta porta allo Stato a dover devolvere le somme spettanti secondo quanto invece disposto dalle altri Dichiarazioni dei redditi, dato il principio di sussidiarietà fiscale.


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Per questo, se per 2 e 5 per mille la quota finirà comunque dentro le Casse dello Stato in caso di non-scelta, per l’8 per mille è quasi assicurata la devoluzione alla Chiesa Cattolica, a causa del Concordato. E questo inciderà notevolmente su chi è obbligato alla presentazione della Dichiarazione dei Redditi.

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