Imposta di bollo, pagamento obbligatorio anche sul conto titoli: cos’è e quanto costa

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14/05/2023

Imposta di bollo, pagamento obbligatorio anche sul conto titoli: cos’è e quanto costa

L’imposta di bollo deve essere pagata sia sui conti correnti sia sul conto titoli, ma a differenza del conto corrente bancario, sul conto titoli sempre dovuta in una percentuale fissa. Sul normale conto corrente, invece, il risparmiatore deve pagare un’imposta di bollo fissa quando la propria giacenza supera i 5.000 euro.

In questo articolo scopriremo che l’imposta di bollo sul conto titoli, a conti fatti risulta molto alta, e fino a una certa misura deve essere pagata dalla maggior parte dei risparmiatori. Vediamo quindi cos’è l’imposta di bollo, quanto costa e perché sui Conti titoli è più alta. Scopriremo inoltre che alcuni soggetti sono del tutto esenti dal pagare l’imposta di bollo sul proprio conto titoli.

Imposta di bollo, cos’è

L’imposta di bollo è una tassa sul proprio deposito che ogni anno viene prelevata automaticamente dal proprio istituto di credito, a prescindere che si tratti di conto corrente, conto titoli o carta prepagata. In genere, l’importo da pagare per giacenze inferiori a 5.000 euro è di soli 2 euro, mentre quando il deposito supera i 5.000 euro, l’importo dell’imposta di bollo annua è di 34,20 euro.


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Nel Conto Titoli, in particolare, sono presenti le quote che un soggetto decide di investire in vari prodotti finanziari, come fondi comuni, Piani di Accumulo, Exchange Traded Funds ETF, obbligazioni e azioni.

Questa regola generale non vale per i conti titoli, sui quali l’imposta di bollo è sempre dovuta nella misura dello 0,20%. Questa percentuale viene calcolata sul controvalore del proprio conto titoli, che rappresenta il valore di mercato di tutti i prodotti di investimento presenti sul proprio conto.

Conto titoli e imposta di bollo

Come si anticipava, la normativa attuale prevede che l’imposta di bollo sul conto titoli si paghi sempre, nella misura dello 0,20%, sul controvalore degli strumenti finanziari presenti sul conto. Giova qui ricordare che il Conto Titoli nasce proprio dall’esigenza di non confondere il valore del proprio conto corrente da quello dei prodotti finanziari, perché il primo è naturalmente assoggettato a continui flussi di entrata e di uscita per le proprie spese quotidiane.

Il controvalore del proprio Conto Titoli si può calcolare prendendo come riferimento il valore di mercato che i prodotti finanziari presenti sul conto hanno in quel determinato momento. Inoltre, qualora il risparmiatore possieda più conti titoli, dovrà pagare un’imposta di bollo per ogni conto, anche se il risparmiatore possiede più Conti titoli in un medesimo istituto di credito.

Inoltre, per quanto riguarda le persone fisiche non c’è un limite nella determinazione dell’imposta di bollo. Ciò significa che non importa quanto sia alto il controvalore presente sul conto, l’imposta di bollo crescerà in maniera proporzionale all’importo totale senza un tetto massimo fissato dalla legge. Per le persone giuridiche, invece, l’imposta di bollo massima è pari a 14.000 euro, e anche se il  Conto Titoli dovesse avere un importo più alto si pagano sempre 14mila euro.


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Quanto costa l’imposta di bollo conto titoli

Veniamo ora a un semplice esempio. Se il nostro Conto titoli dovesse avere un controvalore pari a 60.000 euro, il calcolo dell’imposta di bollo per l’anno in cui abbiamo questo controvalore sarà di 120 euro. Alcuni particolari contratti prevedono il pagamento dell’imposta di bollo alla fine del contratto, ma è più frequente che questa tassa debba essere corrisposta al termine di ogni anno, durante i primi giorni dell’anno nuovo. Sono esenti dal pagamento dell’imposta di bollo le associazioni sportive dilettantistiche ASD, le ONLUS e le APS (Associazioni di Promozione Sociale).

Giova ricordare, come già detto in precedenza, che il titolare del conto non dovrà muoversi attivamente per pagare l’imposta di bollo, ma sarà lo stesso istituto di credito ad effettuare il prelievo sul proprio Conto Titoli.

 

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