Modello 730/2023 precompilato: come correggere i dati e quando è possibile modificarli

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
12/05/2023

Modello 730/2023 precompilato: come correggere i dati e quando è possibile modificarli

Modello 730, la scadenza per ogni anno è stabilita dall’Agenzia delle Entrate, a seconda della campagna fiscale. Dopo la data di accettazione, ci sono varie possibilità di andare a correggere eventuali errori o integrare la dichiarazione nel caso ci si accorga che manca qualche dato fondamentale. Tra le novità 2023 c’è anche una nuova funzione da web, che permette a tutti i contribuenti di modificare anche le dichiarazioni relative agli anni precedenti. Utile per chi vuole usare la modalità precompilata e fare tutto online in autonomia. Vediamo come fare e quanto tempo si ha a disposizione per il nuovo invio.

Modello 730, quando scade la presentazione

Per quanto riguarda il modello 730/ 2023, la campagna fiscale si è appena aperta. Da oggi 11 maggio si può andare a modificare il precompilato per correggere errori e variare le detrazioni. La scadenza per tutti i contribuenti è stata fissata al 30 settembre. Data dopo la quale, comunque si ha a disposizione un ulteriore periodo di tempo per sanare irregolarità o integrare i dati eventualmente non corretti. Importante sempre controllare, prima dell’invio effettivo per non incorrere in sanzioni, ma alcune volte questo non è possibile.

Pertanto l’Agenzia delle Entrate ha dato un maggiore periodo di tempo utile per la modifica. Questa può riguardare, non solo le detrazioni, ma anche il reddito dichiarato, che potrà risultare minore o maggiore di quanto attestato. Il tempo massimo per farlo è di 5 anni. Dopo i quali potrà invece scattare un accertamento con cartella di pagamento, se ci sono irregolarità.


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Come correggere il 730/2023 dopo l’invio

Per correggere il nuovo modello 730 dopo la presentazione nei termini ci sono diverse strade. La prima cosa da fare è comunque identificare il tipo di variazione che si deve fare. E cioè distinguere tra integrazione o correzione. Questo perchè ci sono delle scadenze da rispettare, per non incorrere in sanzioni del fisco. Se ci si accorge comunque di aver dimenticato alcuni dati o di averli inseriti in modo sbagliato si può inviare un modello correttivo, entro il 30 novembre.

Mentre chi supera i limiti di tempo potrà soltanto procedere con l’invio del modello redditi integrativo, soggetto a controlli e maggiorazioni, nel caso venga determinato un minore valore di detrazioni alle quali si ha diritto, o maggior reddito non attestato correttamente.

Come cambiare le dichiarazioni dei redditi anni precedenti

Nell’area 730 del sito ufficiale di Agenzia Entrate, il contribuente che entra con SPID può trovare, non solo la dichiarazione precompilata ancora da inviare relativa all’anno corrente. Ci sono infatti in archivio tutti i modelli 730 degli anni precedenti, comprese le ricevute di invio.

Ma se si devono fare variazioni, si può consultare la dichiarazione e andare a modificare i dati direttamente da web. Per farlo è necessario selezionare nell’area “Cambia anno di dichiarazione“. Visto che la scadenza per le integrazioni è di cinque anni, entro il 2023 si potranno cambiare i 730 relativi a :

  • 2018: per i redditi e detrazioni del 2017
  • 2019: redditi e detrazioni del 2018
  • 2020: redditi e detrazioni 2019
  • 2021: redditi e detrazioni 2020
  • 2022: redditi e detrazioni 2021

Errori nel 730 già inviato: quali sanzioni sono previste?

Se è vero che la dichiarazione dei redditi può essere modificata e corretta anche fino a 5 anni dopo l’invio, bisogna ricordare comunque che questa pratica ha un costo. E verrà stabilito in base alla violazione commessa. Per questo si distingue sia l’errore formale di calcolo da quello che invece stabilisce con la correzione una minore spettanza di detrazioni o maggior reddito sul quale non è stato correttamente applicata l’IRPEF.


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Il modello integrativo prevede due modalità, la prima è gratuita e non viene applicata maggiorazione fissa, ma solo se nel nuovo calcolo risulta una somma a favore del contribuente cioè un rimborso che prima con l’errore non spettava. Se invece il calcolo è a sfavore, ad esempio quando dall’integrazione risultano maggiori imposte da pagare, oltre all’importo a debito sarà applicata una sanzione di 250 euro.

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