Bollette Aprile 2023, tornano gli oneri di sistema? Cosa sono e come fare per non pagarli

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07/04/2023

Bollette Aprile 2023, tornano gli oneri di sistema? Cosa sono e come fare per non pagarli

Sebbene la situazione relativa al prezzo di bollette e utenze stia finalmente registrando un netto miglioramento rispetto ai mesi scorsi, c’è un nuovo fattore che dovremo considerare a partire dalle prossime settimane: ci riferiamo ai cosiddetti oneri di sistema.

Durante gli scorsi mesi, al fine di agevolare gli italiani alle prese con i prezzi esorbitanti raggiunti da gas ed energia elettrica, l’esecutivo aveva provveduto all’azzeramento di tali oneri.

La situazione è però cambiata radicalmente a partire dal 1° aprile 2023: da tale data, gli oneri di sistema sono praticamente tornati sulle bollette degli italiani.

Questa decisione è stata presa dopo la comunicazione, da parte di ARERA, del recente calo dei prezzi all’ingrosso di luce e gas.

Non tutti, però, sanno cosa sono gli oneri di sistema esattamente. Scopriamo quindi insieme di cosa si tratta, come incidono sulle utenze e quanto pagheremo in più.

Cosa sono gli oneri di sistema

Per prima cosa, dunque, cercheremo di capire cosa intendiamo con il termine “oneri di sistema”. Anticipiamo subito che si tratta di una vera e propria tassa, applicata direttamente sulle bollette di luce e gas.

Infatti, all’interno delle bollette è possibile distinguere tre diversi importi, che insieme danno il totale. Il primo riguarda i costi della luce e del gas, il secondo importo riguarda i costi di trasporto, mentre il terzo importo è rappresentato, per l’appunto, dalla tassazione.

Così come i vari costi riportati in bolletta, anche gli oneri di sistema vengono stabiliti ogni tre mesi dall’ARERA, l’ente preposto a stabilire e monitorare i prezzi delle utenze domestiche.

Perché si devono pagare

Viene ovviamente spontaneo chiedersi perché esiste questa particolare tipologia di contributo obbligatorio sulle bollette degli italiani.

Grazie agli oneri di sistema, lo Stato italiano sostiene diversi costi previsti per la distribuzione delle utenze su tutto il territorio nazionale.

Inoltre, gli oneri di sistema servono anche per sostenere le spese relative al sostegno delle utenze per le fasce di popolazione meno abbienti.

Infine, questi contributi vengono sfruttati con finalità di ricerca: mediante i ricavati, lo Stato può effettuare tutta una serie di ricerche tecnologiche al fine di migliorare la distribuzione delle utenze domestiche su tutto il territorio nazionale.

Oneri di sistema, quanto incidono sulle bollette degli italiani?

Passiamo ora alla domanda che in molti italiani si stanno facendo da quando l’azzeramento previsto negli scorsi mesi non è più operativo. A quanto ammontano gli oneri di sistema? Quanto incidono sulle bollette?

La situazione non è semplice perché c’è una differenza tra gli oneri relativi al gas e quelli che, invece, sono relativi alla corrente elettrica. In generale, la tassazione sull’energia elettrica è molto più cara rispetto a quella del gas.

Per quanto riguarda il gas, si suddividono gli oneri fissi da quelli che invece dipendono dagli effettivi consumi. In generale, ammontano nella maggior parte dei casi ad una percentuale che può raggiungere il 4% della bolletta del gas.

Più alti, invece, gli oneri legati all’energia elettrica, che possono arrivare al 22% del prezzo della bolletta per i clienti domestici e al 38% per le utenze non residenziali.

Come non pagare gli oneri di sistema?

Nonostante la situazione sia nettamente migliorata dato il calo delle utenze, la situazione economica degli italiani è ancora ben lontana dal risolversi, dato che l’inflazione non accenna a diminuire.

In molti, dunque, si staranno chiedendo come non pagare gli oneri di sistema e se c’è un modo per evitarli. Purtroppo, siamo costretti a dare una notizia non positiva ai nostri lettori: gli oneri sono obbligatori e non c’è alcun modo per non pagarli.

Trattandosi di tasse, sono obbligatori: un obbligo che vale sia per gli utenti del mercato libero che per quelli aderenti al mercato tutelato.

L’unica speranza è che l’esecutivo decida di optare per un nuovo azzeramento, al fine di dare un po’ di respiro ai contribuenti italiani.

 

 

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