Case Green, UE approva la direttiva: cosa sono, costi e cosa succede alle classi D ed E

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15/03/2023

Case Green, UE approva la direttiva: cosa sono, costi e cosa succede alle classi D ed E

Il Parlamento Europeo ha approvato nella giornata di ieri, martedì 14 marzo, la direttiva UE che riguarda le case Green.

Il provvedimento subirà delle modifiche in futuro, ma una cosa è certa: il percorso per raggiungere le emissioni 0 entro il 2050 riceverà una forte spinta da questa direttiva. L’Unione dispone che entro il 2030 gli immobili dovranno avere una classe energetica E, ed entro il 2033 la classe D.

In ogni caso ci si chiede sempre più spesso se saremo tutti obbligati a ristrutturare casa in seguito all’emissione della direttiva. Vediamo quindi cosa succederà in seguito all’approvazione della direttiva UE sulle case Green, e soprattutto cosa cambia adesso.

Case Green: cosa cambia con la direttiva

In seguito all’approvazione del mandato negoziale da parte del parlamento UE, la proposta di legge per la riduzione di emissioni e consumo energetico degli immobili è realtà. Secondo la proposta, dal 2028 si potranno costruire soltanto nuovi edifici a emissioni zero, mentre per quanto riguarda gli edifici delle autorità pubbliche la scadenza è fissata al 2026.

Entro il 2028, tutti gli edifici nuovi, per i quali ci sarà la possibilità tecnica ed economica, dovranno essere dotati di pannelli solari. Inoltre, chi farà delle ristrutturazioni importanti al proprio immobile, dovrà installare i pannelli solari entro il 2032.


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In ogni caso, per quanto riguarda gli edifici residenziali, le date ultime sono il 2030 e il 2033. In particolare:

  • Entro il 2030 dovranno raggiungere la classe energetica E;
  • Entro il 2033 dovranno raggiungere la classe energetica D a seguito di ristrutturazione.

I tempi si accorciano di 3 anni per le pubbliche amministrazioni ed edifici non residenziali. Infatti, gli edifici pubblici e quelli non residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E nel 2027, e la classe energetica D entro il 2030.

Quando e come migliorare l’efficientamento energetico

Il miglioramento della prestazione energetica dovrà avvenire con misure come il cappotto termico, pannelli solari, caldaie a condensazione oppure la sostituzione degli infissi. In merito al quando, sarà obbligatorio ristrutturare in caso di vendita dell’immobile, oppure quando si aggiunge un nuovo inquilino al condominio.

Rimangono fuori dagli obblighi di intervento le immobili autonomi che siano al di sotto dei 50 mq, ma anche i luoghi di culto e gli edifici storici. Inoltre saranno esentati dall’obbligo di ristrutturazione con miglioramento della classe energetica anche i siti industriali e i fabbricati temporanei che vengano utilizzati per meno di due anni. Stessa sorte toccherà alle officine e, infine, alle case popolari.

Aiuti economici per le ristrutturazioni

Attuare il piano di ristrutturazione non sarà semplice, anche perché, con lo stop alla cessione del credito Superbonus, ad esempio, è diventato molto più difficile intervenire. È per questo che secondo il Parlamento UE, gli stati dovranno prevedere dei bonus e degli incentivi nuovi perché i cittadini possano accedere a finanziamenti e sovvenzioni.

Se i cittadini opereranno delle “ristrutturazioni profonde”, inoltre, verranno agevolati con dei meccanismi di premialità. Questo dovrà avvenire a maggior ragione per gli edifici con le prestazioni energetiche inferiori.

Cosa succede adesso: l’iter legislativo

Dopo il benestare del parlamento europeo, la direttiva sarà oggetto di negoziato coi singoli governi dell’Unione. Si ricorda, infatti, che una direttiva europea ha funzione omologante in tutti gli stati dell’Unione e, una volta approvata, obbliga gli stati a legiferare in base alle indicazioni di massima inserite nella direttiva UE.


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Per questo motivo, saranno i singoli governi a stabilire i singoli piani di ristrutturazione, tenendo conto delle particolarità di ogni singolo stato. L’obiettivo sarà quindi comune, e consiste nel ridurre le emissioni e il consumo energetico, rendendo gli edifici neutrali dal punto di vista climatico entro il 2050.

A questo proposito, la Commissione europea riferisce che gli edifici dell’Unione emettano il 36% delle emissioni di Co2 del continente e consumano il 40% dell’energia dell’Unione.

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