Condono edilizio e sanatoria 2023, novità e differenze: come funziona e quanto si paga

Autore:
Niccolò Mencucci
15/03/2023

Condono edilizio e sanatoria 2023, novità e differenze: come funziona e quanto si paga

Nei decenni precedenti alcuni Governi hanno voluto mettere in campo una legge speciale per sanare tutta una serie di abusi edilizi, così da venire incontro sia ai proprietari degli immobili sia alle casse erariali.

Parliamo del famoso “condono edilizio”, una legge che sembrerebbe possa venire reintrodotta anche nel 2023. Vediamo meglio cosa comporta il condono, e quando potrebbe scattare nell’anno corrente.

Condono edilizio possibile entro il 2023

Il condono edilizio è un provvedimento legislativo che permette a chi è stato segnalato di abuso edilizio di poter correggere l’immobile che non rispetta le norme urbanistiche, evitando i provvedimenti sanzionatori. Serve infatti per sanare un abuso edilizio, ma solo se si riesce a provvedere entro le date disposte dalla legge. Ha una validità limitata, proprio poiché si tratta di una legge speciale.

Ad oggi sono stati disposti ben quattro condoni. La prima, in pieno Governo Craxi I, è stata disposta con la legge 47/1985, che prevedeva al tempo sia la sanatoria sia il condono. Per la cronaca, il condono è una legge speciale, mentre la sanatoria è un provvedimento amministrativo ammesso dalla normativa urbanistica vigente.

Nove anni dopo, col Governo Berlusconi I, è stata emanata la legge 724/1994, ovvero secondo condono: i criteri previsti erano il tempo, lo stato dei lavori e i limiti dimensionali.

Sotto il Governo Berlusconi II è stato varato il terzo e ultimo condono, con la legge 326/2003. Ultimo fino ad oggi, anche perché si presume che possa esserci un quarto condono entro il 2023, in pieno boom delle case green.

Condono edilizio, come funziona

Il funzionamento del condono edilizio è il seguente. Se si hanno opere o immobili che risultano non conformi a quanto stabilito dalle norme urbanistiche, se non si procede alla fase di risanamento si andrà incontro alla sanzione amministrativa prevista originariamente. 


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Nel caso di un condono oggi, le opere ammesse potrebbero essere tutte quelle relative agli interventi eseguiti prima del 31 marzo 2023, come:

  • operazioni realizzate in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio, conformi o meno alle normative urbanistiche;
  • interventi di ristrutturazione edilizia con obiettivo risultato in parte o totalmente diverso da quello previsto;
  • opere di restauro e risanamento conservativo attuate in assenza del titolo abilitativo (se in agglomerati urbani).

Condono edilizio, quando ci sarà

Un vero e proprio condono edilizio al momento non sembra sia previsto, o almeno non ai livelli di quelli emanati nei decenni precedenti. 

Si potrà intanto accedere alla sanatoria edilizia, anche se molto limitata. Ricordiamo che per sanatoria si intende l’atto che permette di rendere conforme la situazione di un immobile a quanto stabilito dal Progetto iniziale, come ad esempio in relazione ai relativi permessi di costruire depositati presso il comune di appartenenza.

La norma infatti presta particolare attenzione al momento della realizzazione dell’intervento e alla presentazione della richiesta di sanatoria.

Inoltre, come precisato dal Tar del Lazio, la sanatoria non prevede un rifiuto, mentre la domanda per il condono edilizio può essere respinta o rifiutata. In tal caso solo i costi concessori (tassa di oblazione esclusa) possono essere restituiti a coloro che hanno presentato la domanda.

Condono edilizio, quanto si pagherebbe

Se ci dovesse essere un condono edilizio entro il 2023, è possibile che i costi possano andare dai 60 ai 150 euro per metro quadrato, in base anche alla tipologia di abuso e agli oneri concessori.

In caso di rifiuto, la prescrizione per la restituzione delle somme versate a titolo di oblazione sarebbe di dieci anni.

In caso di accettazione, la domanda di condono edilizio dovrà riguardare una specifica opera abusiva, con l’obiettivo di intervenire con operazioni di trasformazione.


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Se permane l’abuso edilizio, si incorrerà in diverse sanzioni penali ed amministrative, che possono andare da un’ammenda (senza alcun genere di ravvedimento operoso) o addirittura all’arresto per colui che ha commesso il reato.

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