Congedo Parentale 2023, vietato licenziare i neopapà: come funziona e quanti giorni spettano

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
22/03/2023

Congedo Parentale 2023, vietato licenziare i neopapà: come funziona e quanti giorni spettano

Numerose novità per i genitori che lavorano, l’INPS ha reso ufficiali le modifiche al testo di legge previsto dal governo Draghi. La nuova norma raddoppia la durata del congedo di paternità obbligatorio, vieta il licenziamento fino al primo anno di vita del figlio, ed in caso di dimissioni volontarie scatta la Naspi in automatico. Vediamo come funziona il decreto.

Congedo di paternità obbligatorio, INPS aumenta la durata

L’INPS ha pubblicato una circolare in data 20 marzo 2023, che regola in maniera ufficiale il decreto legge firmato dal governo Draghi in materia di congedi straordinari obbligatori per i genitori. Le novità sono molte, soprattutto in favore dei padri lavoratori che precedentemente erano stati esclusi dalle agevolazioni. Ora invece per “migliorare la conciliazione tra attività lavorativa e vita privata per i genitori e i prestatori di assistenza” è stata prevista la modifica al testo unico in materia di tutela della maternità e paternità.

Principalmente raddoppia il periodo fuibile dai padri che potranno assentarsi dal lavoro per 10 giorni consecutivi. Che diventano 20 in caso di parti gemellari. A partire da due mesi prima della data presunta della nascita fino a cinque mesi dopo il parto. Oltre a questo resta anche l’opzione di congedo facoltativo che possono sfuttare i padri, in sostituzione a quello di maternità. Ad esempio in casi gravi di morte della madre, abbandono o problemi di infermità.


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Indennità giornaliera INPS in congedo parentale, a quanto ammonta?

I genitori che si assentano dal lavoro per fruire del congedo di maternità o di quello di paternità obbligatori, dovranno percepire una retribuzione sostitutiva anticipata dal datore di lavoro. Dovrà essere pari al 100% dello stipendio giornaliero che verrebbe pagato in caso di lavoro ordinario. Va anche detto che, in base alla nuova legge, il datore di lavoro non può opporsi a concedere questo periodo di astensione. Può però richiedere che l’assenza venga stabilita con un periodo di preavviso non inferiore a cinque giorni.

Dovrà essere richiesto in forma scritta, indicando anche la data presunta del parto ed il periodo durante il quale si intende sfruttare l’assenza. Oltre al congedo di paternità obbligatorio c’è sempre la possibilità di ottenere il congedo parentale con indennità ridotta. Per un periodo di tempo più lungo. Ne hanno diritto sia i padri che le madri per massimo sei mesi al 30% dello stipendio. La legge di Bilancio 2023 però ha previsto che un intero mese tra questi fruiti venga pagato all’80% . Sarà possibile fare domanda fino al sesto anno di vita del bambino.

Licenziamento vietato per i padri in congedo: come funziona

La modifica resa effettiva dall’INPS prevede l’estensione dell’agevolazione che precedentemente era stata riservata solo alle mamme, anche ai padri. Cioè sono vietati licenziamenti da parte del datori di lavoro sia a chi fruisce sia del congedo parentale facoltativo che per chi è in congedo di paternità obbligatorio.

Questo è applicato fino al primo anno di vita del bambino. Per le imprese che non rispettano tale legge sono previste sanzioni da 516 a 2.582 euro, e un mancato ottenimento della nuova certificazione sulla parità di genere per i successivi due anni dopo la violazione.

Dimissioni volontarie genitori, anche senza preavviso e diritto Naspi

Novità anche per chi rassegna le dimissioni in maniera volontaria durante il periodo di congedo di paternità. Infatti il neo padre non sarà soggetto a dover dare il preavviso obbligatorio. Inoltre potrà ottenere facilmente l’indennità di disoccupazione. La Naspi attualmente non è prevista per chi si dimette senza gravi motivazioni.


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Ma c’è una deroga che permette sia alle madri che ai padri che si trovano nei periodi di congedo, di poter accedere. Come se fosse intervenuto il licenziamento. L’INPS prevede che, nel caso il lavoratore abbia una domanda respinta, fatta prima dell’entrata della nuova legge e quindi sia stata negata la Naspi, potrà riaccedere al riesame. Compilando istanza online. Se sussistono tutti i requisiti la disoccupazione verrà accolta d’ufficio in automatico.

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