Equo compenso professionisti, il testo diventa legge: cos’è, come funziona e a cosa serve

Autore:
Niccolò Mencucci
13/04/2023

Equo compenso professionisti, il testo diventa legge: cos’è, come funziona e a cosa serve

Il Governo Meloni alla fine ha deciso di approvare l’equo compenso per i professionisti. Con l’approvazione da parte della Camera dei Deputati, la legge Meloni e Morrone è stata approvata, così in molti potranno godere di maggiori tutele per il proprio posto di lavoro.

Ma vediamo meglio di cosa si tratta, e quali sono le condizioni previste dalla legge varata.

Equo compenso, ora è legge

Con le nuove Disposizioni prima modificate in Senato, a seguito dell’entrata in vigore della cd. “riforma Cartabia”, e poi approvate alla Camera, da oggi l’equo compenso è diventato legge.

La Legge Meloni e Morrone prevede una miglior definizione secondo parametri ministeriali, con l’applicazione di tutele per i professionisti interessati anche in caso di sanzioni da parte di Ordini e Collegi presso i quali sono iscritti.

Oltre a ciò, verranno rese nulle una serie di disposizioni e clausole contrattuali fino ad oggi rimaste lecite non essendoci alcuna applicazione normativa. Di fatto sarà adottato un modello standard di adottare modelli standard di convenzione concordati con le rappresentanze professionali, presumendo che i compensi ivi individuati siano equi fino a prova contraria.

Equo compenso: cos’è

Per “equo compenso” si intende una retribuzione ritenuta equa secondo specifici parametri ministeriali. Tale compenso dovrà risultare proporzionato:

  • alla quantità e qualità del lavoro svolto,
  • al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale
  • ai parametri per la determinazione dei compensi previsti dalla legge.

Tale compenso, e quindi potenziale aumento di stipendio, sarà garantito anche nel caso di specifiche clausole indicative di uno squilibrio nei rapporti tra professionista e impresa. Proprio nel caso citato, la decisione del compenso sarà rimessa al giudice, che valuterà se si tratti di un compenso iniquo, arrivando anche a condannare l’impresa al pagamento di un indennizzo in favore del professionista.

Oltre a ciò, si potrà provvedere all’adozione di disposizioni deontologiche volte a sanzionare il professionista che violi le disposizioni sull’equo compenso da parte dell’Ordine o Collegio professionale al quale è iscritto. Questi ultimi potranno dare anche parere di congruità del compenso, con efficacia pari a quelli di un titolo esecutivo.


Leggi anche: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite

Equo compenso: a quali professionisti si applica

La Legge prevede l’equo compenso per i professionisti, ovvero per coloro che lavorano all’interno di alcuni settori economici e non del nostro Paese. Al momento la Legge è applicata presso le seguenti imprese:

  • imprese bancarie e assicurative (e loro controllate e mandatarie);
  • imprese con alle proprie dipendenze più di 50 lavoratori o hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro.
  • Pubblica Amministrazione e società partecipate dalla P.A.

Pertanto, le norme sull’equo compenso non si applicano sulle prestazioni effettuate verso le società veicolo di cartolarizzazione e gli agenti della riscossione. In poche parole, i professionisti godranno di una maggiore tutela  nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e con le grandi imprese.

Equo compenso: cosa verrà annullato

Con la garanzia di un equo compenso, la nuova legge comporterà anche all’annullamento di tutte le condizionalità e clausole che vanno a intaccare questa equità.

Infatti sarà resa nulla qualsiasi pattuizione che:

Saranno rese nulle anche le clausole relative alla:

  • riserva al cliente della facoltà di modificare unilateralmente le condizioni del contratto,
  • attribuzione al cliente della facoltà di rifiutare la stipulazione in forma scritta degli elementi essenziali del contratto,
  • attribuzione al cliente della facoltà di pretendere prestazioni aggiuntive che il professionista deve eseguire a titolo gratuito,
  • anticipazione delle spese a carico del professionista,
  • rinuncia del professionista al rimborso delle spese.

Se ci sono delle convenzioni in corso, ci sarà una disposizione transitoria che le esclude dall’ambito di applicazione della nuova disciplina. Ma con l’istituzione, presso il Ministero della giustizia, dell’Osservatorio nazionale sull’equo compenso, da oggi viene abrogata la disciplina vigente.

Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl