La paranza dei bambini: un finale da decifrare

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16/02/2019

Film “La paranza dei bambini”, un universo chiuso, dove l’adolescenza fa una scelta di vita criminale per soldi, per sopravvivere…

La paranza dei bambini: un finale da decifrare

La sceneggiatura del film “La paranza dei bambini” è di Roberto Saviano e Maurizio Braucci, la regia di Claudio Giovannesi.

La paranza dei bambini è stato l’unico film italiano presentato al concorso berlinese e uno dei film più apprezzati. C’è stata una calda accoglienza anche da parte dei protagonisti, un romanzo di formazione che racconta l’ascesa di un gruppo di adolescenti nel Mondo della camorra a Napoli, e precisamente nel rione Sanità, e per questo il pubblico è stato colpito per l’asciuttezza e accuratezza con cui si dipingono gli ambienti e la storia.

Film “La paranza dei bambini”: la storia in un Universo chiuso

Ci si trova nel Mondo delle baby gang partenopee descrivendone i codici criminali in modo da tratteggiare un ritratto accurato di questo Universo chiuso. Un Mondo in cui lo Stato è completamente assente e impotente. Per questi ragazzi la scuola è inutile e tutti si esprimono in un dialetto strettissimo tanto che il film è stato distribuito con i sottotitoli in italiano.

Bambini affiliati al clan

L’unico modo per fare soldi è affiliarsi ad una paranza, per loro nella vita conta solo l’aspetto, il denaro, i followers. Il passato è dei vecchi, il futuro è degli sfigati, il presente è dei re. Un paranzino può guadagnare dai 500 ai 5000 euro a settimana e per ottenere ciò che desiderano sono disposti a morire, e molti di loro muoiono abbastanza giovani.


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I ragazzini del Rione Sanità vivono in un Mondo ancora popolare, hanno desideri e volontà che non sono quelli da ghetto, sono gli stessi ragazzi milanesi, francesi, berlinesi. La differenza è che questi ragazzi hanno come riferimento di vita, la pistola, a cui chiedere e da cui ottenere qualunque cosa, anche se poi il gioco si trasforma in dramma e guerra.

L’adolescenza che fa una scelta di vita criminale

Il regista apostrofa questo film come un Gomorra Junior dove si racconta l’adolescenza che fa una scelta criminale. Si vuole raccontare il presente, l’illusione di poter agire in giustizia, di fare il bene attraverso il male. I ragazzi sono euforici consapevoli di scalare il cielo attraverso le loro scelte. La pistola serve per poter spendere 500 euro a sera in un locale, comprare scarpe e vestiti costosi, avere una moglie e figli a 16 anni, comprarsi una casa. Questi ragazzi hanno talento nel gestire migliaia di euro, con i soldi riescono ad ottenere quello che vogliono, ma sanno anche che la loro vita non durerà a lungo, infatti la media della mortalità di questi ragazzi va tra i 20 e 24 anni.

Gli attori:

NICOLA – Francesco Di Napoli

TYSON – Artem Tkachuk

BISCOTTINO – Alfredo Turitto

LETIZIA – Viviana Aprea

LA MADRE DI NICOLA – Valentina Vannino

AGOSTINO – Pasquale Marotta

CHRISTIAN – Luca Nacarlo

LIMONE – Carmine Pizzo

LOLLIPOP – Ciro Pellecchia

O’ RUSS – Ciro Vecchione

BRIATO’ – Mattia Piano Del Balzo

LINO SARNATARO – Aniello Arena

CARMINIELLO – Roberto Carrano

AUCELLUZZO – Adam Jendoubi

DON VITTORIO – Renato Carpentieri

La paranza dei bambini: commento al film

Devo dire che mi aspettavo un film con scene più violente e con più parolacce, invece è un film che possono vedere tranquillamente tutti. Non mi è piaciuto il fatto che varie storie che si susseguono, non si capiscono poi, come vanno a finire. Arrestano il boss in un ristorante e non se ne capisce il motivo, ma la cosa che mi ha meravigliato, che arrestato il boss rimangono tre persone a rappresentarlo e che pochi ragazzini riescano a prendere il suo posto, non è così. Altra cosa che non mi convince, Nicola litiga con il suo socio ma poi non si capisce come va a finire tra di loro. E poi il finale del film tragico ma che non si capisce come andranno a finire le cose, anche se penso che questo è un vecchio trucco per far correre la gente a vedere il continuo del film quando uscirà, non lo condivido. Come me, tutti quelli che erano nel cinema sono rimasti delusi dal finale.


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Volevo dire ai non napoletani e non che Napoli non è solo questa. Napoli è una città fantastica, anche nelle zone del Rione Sanità e zone limitrofe, ci sono ristoranti, locali, attività che hanno fatto la storia di Napoli. Certo sono quartieri da fare attenzione, ma questi quartieri pericolosi esistono a Bari, Roma, Milano e in tutti Italia, anche all’estero, anzi a Napoli forse sono i meno pericolosi, solo che quando succede a Napoli subito vengono riferite e messe nei telegiornali, se succedono da Roma in su se ne parla molto di meno. In queste zone esistono bar, rosticcerie e pizzerie dove si possono lasciare pagati caffè o altre consumazioni per donarli a chi non può pagarsele, ed è proprio in queste zone dove ci sono queste iniziative.

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