MES: cos’è in parole semplici, come funziona e perchè l’Italia non l’ha ancora ratificato

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
29/04/2023

MES: cos’è in parole semplici, come funziona e perchè l’Italia non l’ha ancora ratificato

MES sta per Meccanismo Europeo di Stabilità, questo nome di cui si parla spesso è attualmente al centro della discussione politica. A breve infatti ci sarà l’incontro Europeo per firmare l’accordo, ma l’Italia è uno tra i paesi che ancora non ha garantito la ratifica. Perchè? Cosa stabilisce di fatto il MES, e cosa cambierebbe con la riforma? Vediamo come funziona e cosa prevede la garanzia dei paesi zona euro.

Cosa è il Mes?

In parole semplici, possiamo dire che il Mes è un’istituzione che ha creato un meccanismo che prevede un fondo di garanzia per la salvaguardia degli stati europei “Zona Euro”. L’assistenza dovrebbe garantire la stabilità alle nazioni che finanziariamente si trovano in difficoltà e che non riescono a collocare sul mercato i propri titoli. In cambio di questa garanzia però ci sono delle clausole e accordi da rispettare.

Qualcosa che può essere paragonato a un prestito che prevede poi alcune regole, tempi, e piani di rientro dal debito. In pratica lo Stato che accetta deve poi provvedere ad aggiustare i conti pubblici con riforme, tagli e misure pensate appositamente per essere nei limiti previsti.

Come funziona il fondo salva stati

Il fondo salva stati previsto dal MES è già intervenuto in favore di alcune nazioni europee che precedentemente si erano trovate in gravi difficoltà economiche.  l’Irlanda, la Grecia e il Portogallo ad esempio, hanno già beneficiato del prestito di garanzia dell’Europa. Ma le regole non sono uguali per tutti. Aderendo al MES, quando si chiede l’aiuto del fondo di garanzia, vengono poi studiate appositamente le operazioni e le condizioni concesse, in base sempre alle condizioni in cui versa la cassa statale, e dopo attenta analisi finanziaria dei commissari e la votazione dei ministri dell’economia e delle finanze di tutte le nazioni zona euro.


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Tutti contribuiscono al fondo, l’Italia ha già versato alle casse europee circa 14 miliardi di euro. Il problema però è che ora c’è in ballo una riforma che dovrebbe cambiare il funzionamento, prevedendo alcune regole più stringenti. Per questo l’Italia ancora non ha deciso di firmare e molti politici, soprattutto nella maggioranza sono contrari.

Accordo sul MES, cosa stabilisce

Il nuovo accordo sul MES, il fondo salva stati, prevede una specifica clausola di salvataggio per prevenire il default. Questo alla luce delle recenti crisi bancarie, secondo la maggioranza del consiglio europeo, è di fondamentale importanza perchè andrebbe a prevenire una crisi degli investitori privati in caso di fallimento della banca, con un’apposita linea di credito.

Oltre a questo con la riforma dovrebbero entrare in vigore requisiti precisi  e nuovi paletti per accedere al prestito. Come ad esempio il rapporto deficit/Pil inferiore al 3% da almeno due anni e il rapporto debito/pil al 60% o vicino al limite previsto.

Perchè l’Italia non ha firmato l’accordo sul MES?

Dopo aver spiegato in linea di massima come funziona il MES, rimane comunque una domanda alla quale molti ancora non riescono a dare una risposta chiara. Perchè il governo Italiano non vuole firmare l’accordo di ratifica sul MES e cosa cambierebbe per il nostro paese in caso di riforma? L’accordo europeo è stato raggiunto dalla maggioranza più di due anni fa. Ora però l’Italia è rimasta isolata, contro tutti. Giorgia Meloni continua a ribadire il “No“.

Il motivo è che l’attuale governo insiste sul fatto che questa misura, imporrebbe una linea di austerity con criteri troppo stringenti. Inoltre la premier intende discutere proprio sull’utilità di questo strumento al quale, ha dichiarato “L’Italia non ha mai fatto ricorso” e ha aggiunto “Inutile tenere fermi miliardi di euro in un fondo che nessuno utilizza“. Quindi alla vigilia dell’Eurogruppo, l’Italia resta ancora contro. La discussione proseguirà e non è la prima volta che il nostro paese vota contro alcuni provvedimenti dell’Unione Euopea, recentemente infatti, il dibattito acceso era stato simile anche per l’accordo sulle nuove norme di transizione energetica e Case Green.

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