Multe, sanzioni durissime per chi imbratta i beni culturali: cosa rischiano ora i vandali

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
12/04/2023

Multe, sanzioni durissime per chi imbratta i beni culturali: cosa rischiano ora i vandali

Nuova proposta di legge in discussione dal governo Meloni, multe e pene più elevate per chi imbratta, danneggia o contribuisce al deterioramento dei beni artistici e del patrimonio culturale italiano. Le sanzioni per gli eco-vandali arriveranno fino a 60.000 euro, da dover sostenere per il ripristino delle opere. Vediamo in cosa consiste nel dettaglio la bozza del decreto e cosa si rischia con le nuove regole.

Proposta di legge contro eco vandalismo, la bozza del decreto

Alla luce degli ultimi fatti di cronaca e delle manifestazioni degli eco-ambientalisti che hanno recentemente preso di mira alcune opere d’arte e monumenti storici come segno di protesta, il governo ha sentito la necessità di introdurre nuove norme legislative per prevenire altri episodi. La tutela dei monumenti infatti costa alle casse statali diversi milioni di euro l’anno, spesi soltanto per ripristinare lo stato in seguito ad imbrattamenti, opere vandaliche, e distruzioni accidentali.

Ora nella seduta del Consiglio dei Ministri è in discussione un nuovo decreto che, se approvato permetterà alle forze dell’ordine di agire con più severità nei confronti di questi soggetti, prevedendo pene severe e multe elevate a chi compie atti vandalici ma non solo, le sanzioni saranno riservate anche a chi fa un utilizzo differente da quello originario delle strutture architettoniche artistiche.


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Come funzionerà la nuova legge a tutela dei monumenti

Per tutelare la conservazione del patrimonio artistico culturale italiano, il governo sta per approvare la nuova legge anti vandali. Come funzionerà? La prima novità è la sanzione prevista per chiunque imbratti, o renda non fruibili i beni architettonici, culturali artistici e paesaggistici  considerati patrimonio nazionale.

Inoltre, stando alla bozza del decreto, potrebbe essere introdotta anche la clausola penale che prevede fino a 3 anni di carcere per chi deturpa edifici pubblici e luoghi di culto.  Per alcuni soggetti che già in passato sono stati denunciati per le stesse motivazioni, scatterebbe anche un divieto di avvicinamento ai monumenti, fino a 10 metri di distanza obbligatoria da tenere rispetto ai luoghi tutelati.

Legge anti vandali, il governo aumenta le multe

Le multe e le sanzioni previste dal nuovo decreto del governo saranno più elevate rispetto al passato per tutti coloro che danneggiano in qualche modo i monumenti pubblici. Per punire gli eco vandali e gli attivisti infatti si arriverà ad imporre il pagamento che può arrivare anche fino a 60.000 euro per ripagare il ripristino dell’opera  deturpata o imbrattata.

Tutte le multe inviate potranno essere pagate in forma ridotta entro i primi 30 giorni, ma i soldi incassati andranno destinati direttamente al Ministero dei Beni Culturali, che utilizzerà tali fondi per la ristrutturazione degli edifici. Lo sconto poi potrà essere utilizzato solo una volta in cinque anni, questo per punire più severamente chi compie atti recidivi. Inoltre per i soggetti in divieto di avvicinamento, il non rispettare questa regola comporterà dai 500 ai 1000 euro aggiuntivi alla multa precedente se non pagata, per il danneggiamento.

Le sanzioni penali per chi danneggia le opere d’arte

Attualmente a livello legislativo a tutela dei monumenti, esiste già una norma che prevede, in base all’articolo 733 del codice penale, un’ammenda non inferiore a 2065 euro e la detenzione fino ad un anno. Ma con il nuovo decreto tutto questo diventerebbe più severo per tutti. Verrà infatti previsto per coloro che compiono opere di “Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale” una multa da 2.500 a 15.000 euro, e in base alla gravità del danno anche l’arresto fino a tre anni di carcere.


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Gli ambientalisti però, insieme ad una parte dell’opposizione di governo, non hanno preso bene l’annuncio del nuovo decreto. Molti hanno infatti protestato affermando che continueranno a manifestare imbrattando le opere d’arte perchè, “Il carcere è nulla in confronto a quello che ci aspetta nel futuro a causa dell’inquinamento

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