Pagamenti POS 2023, ora è possibile individuare gli evasori fiscali: cosa dice il DEF e perchè

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18/04/2023

Pagamenti POS 2023, ora è possibile individuare gli evasori fiscali: cosa dice il DEF e perchè

La lotta all’evasione fiscale passa anche per i pagamenti digitali: se non si utilizza il Pos, le probabilità di evasione sono maggiori.

Il governo Draghi aveva già introdotto molte misure per facilitare i clienti nei pagamenti via Pos. Queste disposizioni costituiranno la base per introdurre un nuovo metodo di accertamento dell’evasione fiscale.

Tra le misure più importanti si ricordano le multe per chi non usa il pos, nonché l’obbligo per le banche di comunicare all’agenzia delle entrate i dati del pos in uso presso i commercianti. Ma vediamo come funzionerà il nuovo meccanismo di verifica dell’evasione fiscale e perché il Pos diventa uno strumento fondamentale.

Pos ed evasione, come scovare i furbetti

Nel documento di economia e finanza def, varato dal governo nei giorni scorsi spunta un’ipotesi: Se non si utilizza il Pos, scatteranno i controlli del fisco. Il controllo avverrà mediante l’incrocio dei dati provenienti dal registro dell’Agenzia delle entrate che contiene i dati di identificazione dei Pos, dei quali i commercianti sono in possesso, con le sanzioni comminate ai commercianti che negano le transazioni elettroniche ai clienti.

Se un commerciante nega l’utilizzo del Pos, dunque, si accenderà la spia di avvertimento e scatteranno i controlli del Fisco. Qualora questo dovesse avvenire, l’Agenzia delle Entrate inviterà gli esercenti a chiarire la propria posizione con una lettera di compliance.

Non solo Pos: l’obbligo di fatturazione elettronica

Nel Def, inoltre, si stabilisce l’obiettivo di estendere l’obbligo di fatturazione elettronica anche ai soggetti che oggi non sono obbligati. Avendo a disposizione anche i dati di questi esercenti, l’Agenzia delle Entrate potrà compiere un controllo più accurato, e scovare i furbetti che tentano di evadere il fisco.


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Insieme ai controlli più stringenti, però, la maggioranza conferma l’orientamento volto ad abbassare le commissioni sui pagamenti elettronici. Si era già parlato di abbassare le commissioni ed eliminarle in alcuni casi, ma adesso viene confermato anche questo proposito con la convocazione del tavolo di confronto fra categorie interessate. Vediamo nel dettaglio in che modo avverrà.

Pagamenti con Pos e azzeramento commissioni

Il tavolo di confronto tra soggetti incaricati di fornire il servizio di pagamento digitale e pmi si riaprirà il prossimo 20 aprile. In questa sede verrà nuovamente discussa la possibilità di ridurre le commissioni per i pagamenti elettronici inferiori ai 30 euro e di azzerare quelle per i pagamenti inferiori alle 10 euro.

Le parti dovevano raggiungere un accordo in tal senso entro il 31 marzo, e il mancato accordo ha comportato una specie di multa per gli operatori che offrono i servizi di pagamento. La sanzione prevista dalla legge finanziaria toccherebbe i ricavi provenienti dalle transazioni inferiori ai 30 euro, ma ad oggi è difficilmente applicabile a causa di difficoltà tecniche.

Il tavolo di confronto sui pagamenti con Pos

Le associazioni che parteciperanno al dialogo stabilito per il 20 aprile sono l’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento, l’Abi per le banche e tutte le principali associazioni di categoria relative alle piccole e medie imprese italiane.

Il segretario di Confesercenti avverte che se vogliamo favorire la lotta all’evasione fiscale tramite i pagamenti elettronici, dobbiamo innanzitutto eliminare le commissioni sui micropagamenti, e quelle che gravano sui Pos ultraveloci. In ogni caso, lo stesso Bussoni si dice scettico sulla lotta all’evasione coi pagamenti via Pos.

Secondo il presidente di Confesercenti, tutti i meccanismi di premialità volti a incentivare i pagamenti elettronici, come ad esempio la lotteria degli scontrini, sono stati deleteri per il bilancio statale. Allo stesso tempo, accettare i pagamenti elettronici è diventato troppo gravoso per le imprese, che hanno dei costi ulteriori a cui far fronte pari ad almeno 5 miliardi di euro ogni anno. Tali costi diventano ancora più pesanti sui piccoli commercianti, che non potendo contare su un enorme fatturato, non riescono in alcun modo a far fronte alla maggiore perdita.

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