Tredicesima mensilità 2023: a chi spetta, quanto viene tassata e come si calcola

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
25/11/2023

Tredicesima mensilità 2023: a chi spetta, quanto viene tassata e come si calcola

A Dicembre arriverà il bonus tredicesima per molte categorie lavoratori e pensionati. Uno stipendio aggiuntivo che viene inserito in busta paga o cedolino previdenziale soggetto a tassazione. Come funzionano le trattenute? Vediamo quanto in percentuale si perde e come viene calcolato l’imponibile IRPEF.

Tredicesima mensilità 2023: chi ne ha diritto e quando arriva

La tredicesima mensilità è uno stipendio aggiuntivo che viene corrisposto solitamente sia ai lavoratori dipendenti che ai pensionati nel mese di dicembre. Per questo motivo è anche chiamata gratifica natalizia. Si tratta di una somma che viene calcolata in base alla media delle buste paga mensili e regolamentato da specifici accordi di categoria e dal fisco. Spetta quindi a:

  • Dipendenti del settore pubblico e privato con contratto a tempo determinato o indeterminato
  • Pensionati INPS e i titolari di pensioni di invalidità civile, per superstiti e di reversibilità
  • Lavoratori domestici come colf, badanti e baby sitter

Non spetta invece ai lavoratori autonomi, ai titolari di partita iva, a chi percepisce indennità di sostegno al reddito per disoccupazione, e a chi ha l’indennità di accompagnamento.

Come viene tassata la tredicesima mensilità nel 2023?

La tassazione della tredicesima è regolamentata dal fisco in base alle stesse norme che vengono applicate alle buste paga mensili. Pertanto ci sarà un imponibile IRPEF da quale togliere la quota di imposta ed il netto che ne risulta sarà l’importo effettivamente erogato al lavoratore o al pensionato. Il calcolo può ovviamente tagliare il totale anche di cifre importanti.

A seconda di quanto è la base corrispondente alla fascia di reddito. Per i lavoratori che hanno solo lo stipendio come entrata quindi, la tredicesima mensilità si andrà ad aggiungere alla quota mensile. Pertanto dal cumulo di tutti gli stipendi si dovrà dividere per 13.


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Diversamente per chi percepisce anche la quattordicesima, che invece dovrà considerare anche quella come importo che concorre alla formazione del tetto imponibile. la tassazione avviene in percentuale, come prevede la legge, applicando una quota a seconda dalla fascia corrispondente.

Tredicesima mensilità 2023: come si calcola la tassazione

Ricordiamo per calcolare esattamente come verrà tassata la tredicesima mensilità, quali sono le attuali fasce di reddito IRPEF 2023 e come vengono applicate le relative percentuali di imposta. Gli scaglioni sono:

  • Fino a 15000 euro del 23%
  • Da 15001 a 28000 del 25%
  • Da 28001 a 50000 del 35%
  • Oltre 50000 del 43%

Bisogna comunque considerare che la tassazione funziona in modo progressivo, perciò chi è a cavallo tra due scaglioni saranno applicate due differenti aliquote. Una fino al massimo previsto e l’altra per la quota eccedente in base al caso. Inoltre va tenuto conto del fatto che su questo stipendio aggiuntivo non sono applicati i bonus busta paga previsti dal governo, come ad esempio lo sconto sulla quota contributiva previdenziale pagata dal dipendente.

Tredicesima mensilità: conguaglio IRPEF in busta paga a Dicembre 2023

I calcoli del fisco per le trattenute in busta paga e tredicesima mensilità non sono sempre esatti. Infatti, il sistema automatico applica una proiezione annuale di reddito in base al mese di competenza. Pertanto più lo stipendio sarà fisso e minori probabilità di errore ci saranno.

Per coloro che non hanno sempre lo stesso importo, perché sono soggetti a straordinari o orari che variano di mese in mese, la tassazione potrebbe essere presunta. Per aggiustare il calcolo viene fatto annualmente un conguaglio IRPEF. Quindi l’ultimo mese dell’anno può comportare per i dipendenti, rimborsi ma anche tagli. Modifiche dovute all’esatta differenza tra l’imponibile reale e quanto già pagato con le trattenute di imposta che produrranno un ricalcolo definitivo.

Quindi se è stata versata più IRPEF del dovuto si otterrà un rimborso, o un importo a debito nel caso i calcoli siano a favore del fisco. Se il conguaglio è a debito e la quota a carico del lavoratore supera l’importo della busta paga, questa potrà essere trattenuta a rate di pari importo. Fino al raggiungimento del dovuto, con applicazione del tasso di interesse dello 0,5%.

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