Opzione Donna 2023, età più bassa e via criterio figli: novità, requisiti e domanda

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
07/03/2023

Opzione Donna 2023, età più bassa e via criterio figli: novità, requisiti e domanda

Opzione Donna: novità per ottenere la pensione anticipata, in arrivo una riforma dal governo per ampliare la platea delle beneficiarie ed abbassare l’età anche senza figli. Ecco le istruzioni INPS per richiedere l’uscita dal lavoro con i nuovi requisiti previsti dalla Legge di Bilancio 2023.

Opzione donna, riforma governo: Cosa cambia?

Dal governo si annunciano grandi novità per la riforma dei trattamenti pensionistici. Come anticipato dal quotidiano La Repubblica, si tratta di una modifica al sistema di uscita anticipata dal lavoro riservato alle donne lavoratrici con determinati requisiti.

Grazie alle nuove regole molte più persone potranno rientrare nella misura perchè sono previsti l’ampliamento della platea e la riduzione di alcune caratteristiche fino ad ora fondamentali per l’accesso. Molto probabilmente le nuove opzioni entreranno in vigore insieme al pacchetto di decreti che modificherà anche altri benefici come il Reddito di Cittadinanza.

L’ampliamento della platea permetterà di passare da 2900 a circa 13000 aventi diritto, cancellando così di fatto le restrizioni che precedentemente erano state applicate dal governo. Vediamo quali saranno le nuove regole fine 2023 / 2024 per andare in pensione con Opzione Donna.

Riforma Opzione donna: a 59 anni anche senza figli

La prima grande novità che riguarda l’uscita anticipata dal lavoro per le donne è che grazie alla riforma di Opzione Donna, l’età passerà dai 60 ai 59 anni. Alcune invece potranno ottenere la pensione già a 58 anni con alcuni requisiti in più.


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E cioè potranno beneficiare dell’abbassamento dell’età tutte le donne che possono certificare una disabilità di almeno il 74%. Inoltre l’agevolazione sarà riservata alle caregiver familiari, che si occupano di un parente non autosufficiente da almeno sei mesi e a tutte le lavoratrici licenziate da aziende dichiarate in stato di crisi.

Pertanto con questi requisiti si potrà andare in pensione senza aver ancora compiuto i 60 anni, anche se non si hanno figli. Ricordiamo infatti che l’abbassamento della soglia di età attualmente è dedicato esclusivamente a chi ha uno o più figli. Quindi in attesa dell’avvio della riforma vediamo quali sono adesso le donne che possono già richiedere il trattamento pensionistico anticipato in base alla legge di Bilancio 2023, ancora in vigore fino a nuovo decreto di modifica.

A chi spetta la Pensione con Opzione Donna: requisiti

I requisiti attuali per andare in pensione con Opzione Donna, sono sostanzialmente legati all’età, alla condizione lavorativa e al numero dei figli presenti. Le regole di base sono:

  • Essere state licenziate o ancora dipendenti da aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero;
  • Avere disabilità almeno pari al 74%;
  • Assistere parenti conviventi aventi diritto alla legge 104, a titolo di caregiver familiare.

Per tutte e tre queste condizioni non cambia per il momento l’età che invece resta fissata, fino a nuove disposizioni a:

  • 60 anni per tutte
  • 59 anni se in presenza di un figlio
  • 58 anni con due figli o più, o senza figli ma solo per donne che hanno subito licenziamenti a causa delle crisi aziendali

Resta poi anche il minimo contributivo di 35 anni. Tutti i requisiti dovranno essere già presenti almeno da dicembre 2022 per fare già la domanda.

Domanda INPS per la pensione anticipata Opzione Donna

L’INPS con una serie di messaggi e circolari ha chiarito tutti i dubbi e fornito le informazioni necessarie per fare la domanda di accesso alla pensione Opzione Donna. In attesa dei nuovi decreti che permetteranno la richiesta della misura a molte più persone, ecco come fare per chi invece ha già maturato tutti i requisiti previsti.


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È possibile fare la domanda direttamente online sul sito INPS con SPID, o tramite Call Center, ma anche attraverso intermediari come patronati e Caf.

Ricordando che per le caregiver occorre produrre un’autocertificazione nella quale si dichiara di convivere con il familiare assistito da almeno sei mesi, indicando nella richiesta anche i dati anagrafici del soggetto non autosufficiente, che dovrà essere munito di certificato medico che ne attesti la condizione fisica. Una volta conclusa la domanda il trattamento pensionistico sarà corrisposto:

  • Dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti in caso di lavoratrici dipendenti
  • Dopo 18 mesi per le lavoratrici autonome

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