Pensione anticipata 2023, 42 anni e 10 mesi: requisiti uomini e donne, contributiva, invalidità, come uscire prima dal lavoro e quanto si perde

Autore:
Niccolò Mencucci
30/01/2023

Pensione anticipata 2023, 42 anni e 10 mesi: requisiti uomini e donne, contributiva, invalidità, come uscire prima dal lavoro e quanto si perde

Scatta per quest’anno la nuova disposizione per la pensione anticipata 2023. In genere molti pensano sia obbligatorio per uscire prima dal lavoro avere maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi previdenziali. In realtà non sempre è così, perché il sistema pensionistico nazionale prevede molte vie d’uscita, anche in via privata, senza dover dipendere sempre dall’ente previdenziale INPS.

Vediamo meglio come funziona la pensione anticipata 2023, quali sono i requisiti di uomini e donne, come funziona il regime contributivo e l’invalidità, oltre a tutte le altre opzioni su come uscire prima dal lavoro.

Pensione anticipata 2023, requisiti per uomini e donne

Per la pensione anticipata 2023 rimangono in vigore due requisiti diversi tra uomini e donne. La differenza è dovuta alla quantità di anni e mesi contributivi previsti. Nel caso del lavoratore, per il conseguimento della pensione anticipata occorrono sempre 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini (2227 settimane). Nel caso della lavoratrice, servono almeno 41 anni e 10 mesi di contributi le donne (2175 settimane) a prescindere dall’età anagrafica.

Il vantaggio della pensione anticipata 2023 è che basta aver maturato questi anni contributivi per poter uscire, senza dover sottostare a requisiti anagrafici come quelli previsti, ad esempio, per la pensione di vecchiaia.

Ricordiamo che per il pensionamento di vecchiaia occorrono invece 67 anni unitamente ad almeno 20 anni di contribuzione.


Leggi anche: Licenziamento durante malattia, è possibile? Cosa succede se si supera il limite

Pensione anticipata 2023, come funziona la contributiva

La pensione anticipata 2023, così come quella di vecchiaia, è sottoposta a regime contributivo. Dopo la riforma Dini del 1995, per quasi tutti i neo-pensionati verrà applicato un metodo di calcolo determinato esclusivamente in funzione dei contributi versati nell’arco della vita lavorativa.

Il sistema è calcolato secondo una una percentuale della retribuzione annua pensionabile percepita, che può andare dal 24% per gli autonomi fino al 33% in caso di dipendenti sotto Cassa Previdenziale e collaboratori sotto Gestione Separata INPS.

La cosiddetta contributiva pura è prevista per tutti coloro che hanno maturato meno di 18 anni di contributi prima del 1° gennaio 1996, mentre per tutti gli altri viene applicato il metodo contributivo dopo il 1° gennaio 2012.

I contributi vengono rivalutati annualmente a seconda del PIL, in media quinquennale, e successivamente convertiti in pensione con una serie di coefficienti di trasformazione, che variano a seconda dell’età del pensionando (es. l’età d’uscita).

Leggi anche: Pensioni INPS 2023, rivalutazione assegno: di quanto scende, come vedere l’importo, a chi aumenta, quanti anni di contributi

Pensione anticipata 2023, come funziona quella sull’invalidità

La pensione anticipata 2023 può essere disposta anche per chi soffre di invalidità, ma solo se si rispettano una serie di requisiti.

Nel caso della pensione di vecchiaia, è disposta per i lavoratori a 61 anni, e per le lavoratrici a 56 anni, sempre con almeno 20 anni di contributi. In pratica una Quota 81-76, ma questo è previsto solo per chi ha un’invalidità uguale o maggiore all’80%. E se il lavoratore e la lavoratrice hanno lavorato come dipendenti per il settore privato.

Diversamente, per chi è non vedente o ha un’invalidità al 100%, i requisiti anagrafici scendono di 5 anni: 56 anni per i lavoratori, 51 anni per le lavoratrici. Sono richiesti solo 10 anni di contributi, in pratica una Quota 66-61, forse la più bassa tra tutte quelle disponibili.


Potrebbe interessarti: Tredicesima mensilità 2023: a chi spetta, quanto viene tassata e come si calcola

Pensione anticipata 2023, come uscire prima dal lavoro

Se si vuole uscire prima dal lavoro e non si ha modo di accedere alla pensione anticipata 2023, si può sempre richiedere una delle tante opzioni tutt’ora accreditate dall’INPS:

  • Opzione Donna,
  • Ape Sociale,
  • Quota 103,
  • Quota 82,
  • Quota 104

Per l’Opzione Donna servono almeno 60 anni (requisito valido sia per le dipendenti che le autonome) e 35 anni di contributi raggiunti entro il 31 dicembre 2022, ma solo per caregiver, invalide civili al 74% minimo e dipendenti licenziate o in crisi aziendale.

Per l’Ape Sociale si richiedono almeno 63 anni di età unitamente ad almeno 30 anni di contributi, 36 anni nelle attività difficoltose e rischiose.

Per le varie Quota invece servono 62 anni d’età per 41 anni di contributi (Quota 103), oppure dai 5 ai 20 anni di contributi ma solo tramite fondo complementare su cui versare il TFR aziendale (Quota 82, o RITA).

Altrimenti 64 anni con 20 anni di contributi, con importo della pensione fissato a 2,8 volte l’assegno sociale INPS, cioè 1.408 euro mensili (Quota 84).

Leggi anche: Pensioni febbraio 2023, arrivano gli aumenti: quando viene pagata alle poste, bonus, cedolino INPS, pagamento e date

Le foto presenti in questo articolo sono concesse in licenza a Giddy Up srl