Pensione anticipata, via dal lavoro a 62 anni o con 41 di contributi? Cosa succederà e quando

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14/03/2023

Pensione anticipata, via dal lavoro a 62 anni o con 41 di contributi? Cosa succederà e quando

Pensione anticipata, la discussione in merito alla soluzione più adatta in termini di flessibilità per il 2024 è ancora in atto. In un primo momento, si era parlato di un totale slittamento della Riforma Pensioni al 2025, con la proroga di Quota 103 per un anno. Oggi, invece, si torna a parlare di una possibile Quota 41.

L’ipotesi è quella dell’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni, oppure, come alternativa, si potrebbe valutare di farlo con 41 anni di contributi. Tuttavia, sembra altamente probabile che per accedere alla pensione anticipata, a partire dal prossimo anno, sarà necessario soddisfare entrambi questi due requisiti.

Pensione anticipata 2024: i sindacati chiedono Quota 41

Nonostante il possibile ritardo, che farà slittare la discussione al 2025, il dibattito sulla Riforma Pensioni è entrato nel vivo. Sono in tanti a farsi numerose domande circa le possibilità che, a partire dal prossimo anno, verranno concesse ai futuri pensionati italiani.

Per questa ragione, negli ultimi giorni si è tornati a parlare di Quota 41. Una soluzione che i sindacati vorrebbero estendere a tutti i lavoratori e che, di fatto, consentirebbe di accedere al trattamento pensionistico in forma anticipata, con 41 anni di contribuzione o al raggiungimento dei 62 anni di età.

In realtà, i sindacati hanno proposto questi due requisiti come alternative. Ma, se la Quota 41 per tutti dovesse vedere la luce, è molto più probabile che i due requisiti vadano rispettati entrambi e non alternativamente.


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Così come accade con l’attuale Quota 103, che prevede il rispetto di entrambi i requisiti. Una soluzione che però non viene condivisa dalle associazioni sindacali.

Di fatto, Quota 103 è accessibile soltanto ad un numero di lavoratori abbastanza limitato.

Pensione anticipata, Quota 41 in arrivo nel 2024? Quali sono i possibili scenari

La decisione di optare per una Quota 103 piuttosto che per una Quota 41 per tutti è stata dettata da ragioni puramente economiche.

Il Governo Meloni non possedeva, per l’anno corrente, un budget sufficiente da destinare ad una possibile Quota 41 da estendere a tutti, e si è dunque provveduto a prendere tempo.

Anche per tale ragione la Riforma pensioni stenta ad arrivare. E probabilmente, come già anticipato, non arriverà neppure nel 2024. Al momento il Governo è infatti impegnato a riformare altri aspetti, quali il Reddito di Cittadinanza, ma anche il Fisco.

È quindi plausibile pensare anche, anche per il prossimo anno, la possibilità di accedere alla pensione anticipata flessibile con 41 anni di contributi o, in alternativa, con 62 anni di età sarà riservata solamente ai lavoratori precoci e gravosi.

Per poter accedere al trattamento anticipato si dovranno soddisfare entrambi requisiti, come previsto dalla Quota 103.

Oltre Quota 41: le forme di flessibilità 2024

Tuttavia, le alternative a Quota 103, che attualmente rischia di essere l’unica forma di pensione anticipata flessibile per il 2024, non mancherebbero assolutamente.

Ad esempio, ormai da molto tempo il Presidente INPS Tridico ha avanzato una propria proposta, che prevede la suddivisione del trattamento in due tranches temporali differenti.

In un primo momento si accederebbe al trattamento con 20 anni di contributi e un’età minima pari a 62, accedendo però ad un trattamento per la sola parte contributiva. Il trattamento pieno, che include il anche il calcolo retributivo, invece arriverebbe solamente a 67 anni di età.

Seconda alternativa sarebbe la già ampiamente citata Quota 41 per tutti, che però verrebbe a costare eccessivamente e, dunque, al momento non viene valutata dal Governo come soluzione possibile per il prossimo anno.


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Niente Quota 41, nel 2024 tornerà Quota 103

In questo clima di incertezza, purtroppo, solo una cosa appare certa: molto probabilmente, la pensione anticipata flessibile per il prossimo anno prenderà forma con la proroga della Quota 103.

In questo modo, i potenziali beneficiari aumenterebbero numericamente e la possibilità di accesso verrebbe garantita anche a coloro che sono nati nel 1962.

Tuttavia, non è ancora detta l’ultima parola: attendiamo le prossime settimane per scoprire quale sarà la configurazione delle pensioni nel 2024.

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