Pensioni, 4 modi per lasciare il lavoro in anticipo e con pochi contributi

Autore:
Valentina Simonetti
  • Esperta di Bonus, Fisco, Pensioni e Redditi
  • Autrice esperta di welfare ed economia aziendale
08/03/2023

Pensioni, 4 modi per lasciare il lavoro in anticipo e con pochi contributi

Come ottenere il pensionamento anticipato nel 2023 e quali requisiti servono? Ecco alcune delle misure meno conosciute per uscire dal lavoro ed ottenere l’indennità previdenziale già a 57 anni o con soli 15 anni di contributi. In attesa della prossima riforma del governo che entrerà in vigore nel 2024, vediamo quali sono i principali metodi per andare in pensione prima e come funzionano.

Chi può andare in pensione a 57 anni?

Molti non lo sanno, ma è possibile per alcuni lavoratori andare in pensione già a 57 anni di età. C’è un’agevolazione che permette di anticipare di alcuni anni il trattamento nel caso si rientri in una di queste categorie previste che unisce i lavoratori precoci,  quelli che hanno svolto mansioni usuranti e gli invalidi civili. Nello specifico:

  • Precoci, sia donne che uomini che hanno iniziato a lavorare già dall’età di 14 o 15 anni nel caso abbiano raggiunto quota 41 di contributi e non abbiano avuto interruzioni di versamenti. Questi soggetti possono richiedere il pensionamento anticipato con decorrenza dopo tre mesi, non richiesti nel comparto scolastico.
  • Lavoratori che hanno una percentuale di invalidità uguale o superiore all’80% e con almeno 20 anni di contributi. Per questi il maturamento dei requisiti scatta già a 56 anni di età ma la pensione decorre 12 mesi dopo, quindi diventano 57 anni per le donne. Per gli uomini nelle stesse condizioni l’età sale a 61.
  • Precoci che hanno inziato a lavorare a 16 anni possono sfruttare quota 41 già a 57 anni, se rientrano nei profili di lavoratori fragili o con mansioni usuranti, disoccupati e caregiver familiari.

Pensione anticipata con soli 15 anni di contributi

Grazie alle deroghe Amato, in vigore ancora fino al 31 dicembre 2024, si può andare in pensione con soli 15 anni di contributi ad un’età inferiore a quella prevista. Sono tre differenti opzioni che coinvolgono alcune categorie di lavoratori:


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La prima è per chi ha versato almeno 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992. Valgono tutte le contribuzioni sia quelle per chi ha lavorato all’estero che quelle riscattate, ricongiunte o i contributi figurativi.

La seconda deroga riguarda chi ha ottenuto l’autorizzazione al versamento volontario dei contributi entro il 26 dicembre 1992. Con almeno 15 anni di anzianità contributiva. In questo caso anche se non sono stati effettuati versamenti o sono stati fatti dopo la data prevista basta l’autorizzazione per accedere alla misura. Sono esclusi dalla deroga i dipendenti della pubblica amministrazione.

La terza invece è prevista per lavoratori dipendenti che hanno avuto contratti discontinui, con contributi che per almeno 10 anni non siano stati sufficienti a coprire un anno intero. Devono aver iniziato i versamenti almeno 25 anni prima della domanda di pensione e comunque devono risultare almeno 15 anni di accrediti.

Anticipo pensione fino a 10 anni con la RITA

Chi ha smesso di lavorare già prima del pensionamento e intende coprire le annualità che mancano fino al primo pagamento INPS, può sfruttare la RiTA. Cioè la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, riservata a chi ha sottoscritto un fondo pensione che erogherà somme integrative fino al raggiungimento dei requisiti previsti per la pensione ordinaria.

Questo permette di anticipare l’uscita anche di dieci anni nel caso sussista uno stato di disoccupazione che dura da più di 24 mesi. Requisiti fondamentali oltre ad aver aderito al fondo previdenziale integrativo sono:

  • Almeno 20 anni di contributi
  • Aver già concluso l’attività avorativa
  • Aver compiuto 57 anni per i disoccupati da due anni o più, o 62 per tutti gli altri

Pensione con contratto di espansione: come funziona

I dipendenti di aziende in crisi e in riduzione di personale possono ottenere un accordo tutelato al pari dell’isopensione. Questo però è riservato ad imprese con almeno 50 lavoratori in organico. Prevede l’uscita anticipata dal lavoro di 5 anni e un pre-pensionamento pagato dalla ditta nell’attesa di maturare i requisiti necessari alla pensione. L’azienda quindi finanzierà un trattamento integrativo di 13 mensilità l’anno, per 5 anni, fino a quando non subentrerà il primo pagamento INPS.

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