Pensioni anticipate 2022: verso opzione di mini proroga Quota 100 senza riforma

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29/01/2021

Sulle pensioni anticipate emerge l’opzione di una mini proroga della quota 100 dal 2022 nel caso non fosse possibile realizzare l’attesa riforma del sistema pensionistico. Ecco l’opinione dei lavoratori sulla vicenda.

Pensioni anticipate 2022: verso opzione di mini proroga Quota 100 senza riforma

In pensione anticipata con la quota 100 anche nel 2022? Si tratta di un’ipotesi che sta circolando in queste ore. L’idea è di garantire comunque uno scivolo agevolato nel caso in cui non fosse possibile realizzare l’attesa riforma del settore previdenziale nel corso dell’anno. In questo modo, sarebbe comunque possibile fare fronte al problema dello scalone per quei lavoratori che non dovessero riuscire a maturare i requisiti di legge in tempo utile.

Sul tema di un intervento strutturale nel settore si continua a discutere da tempo. Purtroppo, l’emergenza dettata dal coronavirus ha interrotto bruscamente il confronto tra governo e sindacati nel corso del 2020. Durante gli ultimi mesi dello scorso anno le parti sono tornate a incontrarsi, ma i lavori proseguono a rilento. Come se non bastasse, ora l’attuale crisi di governo sembra destinata a rendere ancora più complicata tutta la situazione.

Riforma pensioni e mini proroga della quota 100: senza interventi l’opzione scadrà al termine del 2021

Per comprendere il quadro generale della questione bisogna partire da un punto. Al momento, la quota 100 risulta in scadenza entro e non oltre il prossimo 31 dicembre 2021. Senza nuovi interventi, potranno quindi beneficiare dell’opzione tutti coloro che matureranno i requisiti utili entro e non oltre tale scadenza. I vincoli previsti dalla legge prevedono la maturazione di almeno 62 anni di età e 38 anni di versamenti all’Inps.


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Al futuro assegno non sono applicate penalizzazioni, ma non si potrà beneficiare di ulteriori redditi da lavoro dipendente o autonomo fino alla maturazione del requisito anagrafico previsto per l’uscita di vecchiaia. Quest’ultimo è fissato a 67 anni di età. Resta però possibile beneficiare di redditi occasionali nella misura massima di 5mila euro l’anno.

Oltre a ciò, il richiedente deve considerare che la mancata prosecuzione dell’attività lavorativa fino al raggiungimento dei requisiti previsti in via ordinaria comporta anche una minore contribuzione. Questo significa che chi sceglierà di andare in pensione con la quota 100 percepirà comunque un assegno inferiore rispetto all’uscita di vecchiaia oppure a quella anticipata secondo i criteri della legge Fornero.

Come potrebbe funzionare la pensione anticipata con la mini-proroga di quota 100

Tenendo presente quanto evidenziato finora, una mini proroga della quota 100 potrebbe estendere i criteri di accesso alla misura fino al 31 dicembre del 2022. In questo modo, vi sarebbe più tempo per cristallizzare il diritto all’uscita agevolata dal lavoro. Non si verrebbe inoltre a creare un ingiusto scalone per tutti coloro che avrebbero maturato i requisiti di accesso alla misura a partire dai prossimi anni.

L’ennesima proroga dell’opzione non andrebbe però a risolvere alla base il problema della rigidità insita nel nostro sistema previdenziale per via dei criteri previsti con la legge Fornero. Una situazione che rischia di risultare ancora più pesante per molti lavoratori a causa della crisi sanitaria ed economica dettata dal coronavirus.


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Riforma pensioni 2021: le alternative allo studio aumentano il criterio anagrafico a 63 o 64 anni

Tra le alternative circolate nelle scorse settimane e allo studio dei tecnici vi sarebbe la possibilità di avviare a partire dal 2022 un nuovo meccanismo a quote. In questo caso, si concretizzerebbe però un innalzamento del requisito anagrafico a 63 o 64 anni, mantenendo inalterato quello contributivo dei 38 anni. Si tratterebbe, in sostanza, di una quota 102. Tra le caratteristiche necessarie per rendere strutturale una simile operazione, si parla anche di una possibile penalizzazione sull’assegno erogato dall’Inps.

La trattenuta è stimata attorno al 3% per ogni anno di anticipo, ma anche su tale punto il dibattito è molto acceso. Questo perché la progressiva adozione del sistema contributivo puro comporta comunque degli assegni più bassi, oltre che strettamente collegati ai versamenti effettivi. Per molti lavoratori, sarebbe quindi ingiusto applicare criteri stringenti rispetto alla quota 100 e chiedere al contempo una riduzione dell’assegno.

Le opinioni dei lavoratori sulla proroga della quota 100 nel 2022

Per cercare di capire qual è l’opinione dei lavoratori in merito alla possibile proroga della quota 100 nel corso del 2022 abbiamo aperto un sondaggio informale sulla pagina Facebook “Riforma pensioni e lavoro”. Le risposte e i commenti dei partecipanti sulla questione non si sono fatti attendere. In senso generale, l’ipotesi ha raccolto un consenso positivo.

Per Flavio “sarebbe un provvedimento sacrosanto, visto il momento economico attuale. Una finestra di uscita dal lavoro, per chi non può raggiungere la contribuzione obbligatoria minima è una salvezza”. Anche secondo Maria “visto che sono il alto mare e non mi sembra che ci siano i tempi per una riforma, sarebbe auspicabile una mini proroga”. C’è però chi sottolinea la necessità di ulteriori interventi nel settore. Andreina ricorda la questione delle differenze di genere. “Dovrebbero pensare alle donne che hanno perso il lavoro… 62 anni con i contributi versati. E caspita siamo finite nel dimenticatoio”.

In molti chiedono inoltre l’estensione della quota 41 per tutti, mentre per Gabriella “chi non ha 38 anni di contributi non avrà neanche la mini riforma. Invece, dovrebbero pensare a far diventare strutturale l’ape social ed è importante anche la flessibilità delle pensioni, in quanto le persone dovrebbero poter scegliere quando andare in pensione con il conteggio dei propri contributi”.

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