Pensioni di vecchiaia a 67 anni: con la pandemia lo stop all’incremento dell’aspettativa di vita

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11/07/2021

Le pensioni di vecchiaia non subiranno aumenti nel parametro anagrafico a breve termine. In base agli ultimi aggiornamenti ISTAT, la pandemia ha posto in essere il blocco degli adeguamenti.

Pensioni di vecchiaia a 67 anni: con la pandemia lo stop all’incremento dell’aspettativa di vita

Sulle pensioni di vecchiaia si registra l’effetto della pandemia dettata dal covid-19. La questione riguarda, in particolare, il tema dell’adeguamento all’aspettativa di vita. L’attuale regolamentazione prevede infatti che i parametri di accesso alla pensione ordinaria siano rivalutati in base all’effettiva longevità dei cittadini, così da mantenere stabile la tenuta del sistema previdenziale e dei conti pubblici.

Con gli ultimi aggiornamenti in arrivo dall’ISTAT, si rileva quanto appariva scontato. L’impatto della pandemia ha infatti colpito duramente la vita di moltissime persone. In tante famiglie si sono infatti registrati decessi prematuri di anziani. Ovviamente, il fenomeno non poteva che avere dei riverberi sui dati raccolti dall’istituto nazionale di statistiche e utilizzati dall’Inps per aggiornare i parametri di pensionamento.

Pensione di vecchiaia: si continuerà a uscire dal lavoro a partire dai 67 anni di età

Stante quanto appena evidenziato, appare quindi chiaro che i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia rimarranno i medesimi nel prossimo biennio. L’aumento della mortalità ha portato a confermare i parametri di accesso alla quiescenza, che prevedono almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi. Ricordiamo che l’eventuale adeguamento all’aspettativa di vita di questi parametri può avvenire solo al rialzo, ma non al ribasso.


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Il coronavirus ha purtroppo riportato l’aspettativa di vita indietro fino ai 65 anni nel 2020, con un decremento di parecchi mesi. Per questo motivo, appare probabile che anche nel caso di crescita moderata del dato nei prossimi anni, i parametri di accesso alla pensione potrebbero rimanere inalterati nei bienni successivi. Solo nel caso in cui la speranza di vita dovesse tornare ad avere un picco positivo si potrebbe veder crescere il parametro anagrafico di accesso alla pensione oltre i 67 anni entro la fine del decennio.

Confermata la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di versamenti fino al 2026

Anche i parametri relativi alla pensione anticipata ordinaria prevista dalla legge Fornero continueranno a rimanere i medesimi almeno fino al 2026. Il prepensionamento risulta possibile per tutti i lavoratori che hanno accumulato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età effettiva. Le donne beneficiano di uno sconto di un anno, potendo accedere all’Inps con 41 anni e 10 mesi di versamenti.

Tali parametri resteranno i medesimi fino al 2026 e prevedono 5 mesi di sconto rispetto ai criteri ordinari della legge normativa, che richiederebbe 43 anni 3 mesi per gli uomini (un anno in meno per le donne). Prima di veder tornare a crescere questi parametri, bisognerà assistere a una ripresa della speranza di vita, sempre che il parametro non venga definitivamente congelato con un nuovo intervento legislativo.


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