Pensioni, importi più bassi e aumenti a rischio in Italia? Qual è la pensione media e perchè

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24/03/2023

Pensioni, importi più bassi e aumenti a rischio in Italia? Qual è la pensione media e perchè

Il numero di pensionati in Italia cresce sempre più, anche se due terzi del totale percepisce un importo inferiore ai 1.000 euro.

Anche se la somma media percepita da ogni pensionato non è tra le più alte, ogni beneficiario prende più di un assegno pensionistico, per la precisione 1,4 indennità. Inoltre, in seguito agli ultimi anni, stiamo diventando un paese di assistiti.

È quanto afferma Alberto Brambilla, il presidente del centro studi e ricerche “Itinerari Previdenziali”, secondo il quale il prezzo che lo stato paga per assicurare una pensione a tutti gli aventi diritto, è passato dai 73 miliardi di euro del 2008 agli attuali 141 miliardi di euro. Vediamo nel dettaglio quali sono i numeri che riguardano le pensioni italiane e perché il sistema pensionistico del nostro paese non può reggere a questo ritmo.

Pensioni italiane: cresce l’assistenzialismo

A inizio anno i dati pervenuti all’Osservatorio INPS hanno evidenziato che due terzi delle pensioni italiane hanno un valore inferiore ai 1.000 euro. Tuttavia, facendo la media complessiva, scopriamo che l’assegno medio di una pensione italiana è pari a 1.359,53 euro, contro i 1285,44 euro dello scorso anno.

Si alza anche l’età media dei pensionati, che per le donne è di 76,2 anni, e per gli uomini 71,5. Da questi dati si evince che il pensionato medio italiano, a prescindere dal genere, ha un’età di 74,1 anni.

Tuttavia, tra gli importi erogati a titolo di pensione o altra indennità previdenziale, si notano enormi disparità. Dai dati pervenuti all’osservatorio, infatti, si capisce che solo un terzo delle pensioni ha un importo maggiore ai 1.000 euro, e più della metà degli assegni è inferiore ai 750 euro.

Non solo pensione di vecchiaia

Il problema dell’assistenzialismo italiano è che un enorme numero di beneficiari della previdenza sociale non percepisce un trattamento strettamente previdenziale. Scendendo nei dettagli, al primo gennaio 2023 si percepivano 5,022 milioni di pensioni anticipate o di anzianità, e 4,03 milioni di assegni pensionistici avevano natura assistenziale: il 22,8% di tutte le pensioni.


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Quest’ultimo dato costa all’Italia più di 24,4 miliardi di euro, e questi 4,03 milioni di trattamenti assistenziali si dividono in questa maniera:

  • 20,3%: assegni erogati a titolo di pensione sociale;
  • 79,7%: assegni erogati a titolo di invalidità civile.

Le pensioni previdenziali in senso stretto, invece, sono il 77,2% sul totale, percentuale che si traduce in 13.685.475 di pensioni.

L’assistenzialismo cresce a dismisura

Un quarto dei trattamenti INPS, tra i 17,7 milioni di assegni, è costituito da indennità assistenziali. Più di 4 milioni di pensioni sono classificabili come tali, che sul totale dei trattamenti rappresentano il 22,8%. Su una spesa totale di 231 miliardi di euro annui, queste indennità rappresentano il 10% dell’esborso.

A loro volta, le prestazioni assistenziali si dividono in pensioni sociali per il 79,7% di assegni destinati a invalidi civili, e il restante 20,3% è costituito da assegni sociali e pensioni. In tutto questo pesa particolarmente la situazione demografica italiana, che sta invecchiando sempre più.

Le nascite sono sempre meno, e l’età media di ogni italiano aumenta a vista d’occhio. Inoltre, onde evitare pericolose situazioni di povertà, bisogna assistere gli indigenti e le persone che non riescono a lavorare.

Il nuovi corsi del reddito di cittadinanza e gli altri bonus hanno sicuramente dato una mano affinché la popolazione non cadesse nel baratro della povertà più totale, ma purtroppo, persino tali interventi sono risultati fallimentari.

Fatte queste premesse, l’ex presidente di Italia Lavoro Forlani avverte che lo scenario appena descritto, rappresenta un problema serio, al quale bisogna far fronte al più presto. Infatti, secondo Forlani, non è corretto separare la previdenza dall’assistenza, occorre invece che le pensioni siano assistite dai contribuenti col loro lavoro. Se non dovesse esserci un cambio di rotta in tal senso, il sistema previdenziale italiano non riuscirà a rimanere in piedi nel prossimo futuro.

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