Riforma pensione dopo quota 100, tanti scenari ma nulla di certo, ecco cosa sta succedendo
Riforma pensione dopo Quota 100 cosa succederà al sistema previdenziale? Sul web impazzano tante misure, al momento niente di vero. Ecco alcuni aspetti e considerazioni.
Riforma pensione, dopo quota 100 sarà possibile il pensionamento a 62 anni? È questa la domanda che ci viene posta dai nostri lettori. Sul web impazzano mille proposte, ma di concreto ancora nulla. Il governo al momento pensa a risolvere l’emergenza da Covid 19 e la crisci economica sanitaria che pervade l’Italia. Solo una cosa sembra certa, la pensione anticipata Quota 100 finirà il suo triennio sperimentale dal 2019 al 2021 e andrà in soffitta. È questa l’unica idea che sembra accomunare tutti i partiti. I sindacati chiedono, comunque, una misura pensionistica che permette l’uscita a 62 anni di età, anche con delle ristrettezze.
Riforma pensione: la quota 100 non sarà prorogata
La quota 100 permette l’accesso con 62 anni di età e 38 anni di contributi e la sua mancata proroga ci sembra alquanto ingiustificata. Facciamo un passo indietro, questa misura è stata voluta dal governo giallo verde, ed ha riscosso i suo frutti. Molti lavoratori hanno anticipato il pensionamento, liberando posti di lavoro, permettendo così il cambio generazionale. Il requisito richiesto per la pensione anticipata quota 100 non è per tutti e quindi, già alla base viene operata una prima selezione.
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Il sistema previdenziale nell’arco degli anni ha subito molti cambiamenti, la peggiore riforma è stata approvata nel 2011 da Monti-Fornero. Una riforma che ha inserito nel sistema previdenziale il calcolo contributivo, penalizzante per molti lavoratori; una riforma che ha creato i lavoratori “esodati” senza lavoro e senza pensione; una riforma che ha inserito l’adeguamento all’aspettativa di vita. Una riforma pensionistica che ha leso il diritto alla pensione.
Un barlume di speranza con il decreto legge n. 4/2019
Con il governo Salvini – Di Maio, si è avuto un barlume di speranza con il decreto legge n. 4/2019, che ha inserito la pensione quota 100 nel sistema previdenziale per tre anni; ha bloccato su alcune misure previdenziale, l’adeguamento dell’aspettativa di vita fino al 2026 e inserito l’anticipo del trattamento di fine servizio per i dipendenti statali, che purtroppo ancora devono percepirlo per i vari intoppi burocratici.
Adesso questa misura con il cambio di poltrone, risulta inadeguata e si studia la misura che dovrà sostituirla. Un anticipo di cinque anni dalla pensione di vecchiaia con 67 anni è troppo per i fondi pubblici. Si spera in una misura equa e accessibile a tutti.
Un’altra promessa fatta ai cittadini è la quota 41 senza vincoli e paletti, solo con il requisito contributivo di 41 a prescindere dall’età anagrafica. A sostenere e gridare con forza che questa misura deve essere attuata è Salvini, che l’ha sostenuta fin dall’inizio, e doveva essere approvata con la quota 100, poi rimandata nel 2021.
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Per sapere qualcosa di certo bisogna attendere, il governo farà i suoi passi al tempo giusto, al momento l’emergenza economica pesa come un macigno.