Reddito di cittadinanza 2022: green pass obbligatorio e nuovi requisiti

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20/01/2022

Reddito di cittadinanza 2022: green pass obbligatorio e nuovi requisiti

Reddito di cittadinanza 2022, da febbraio potrà percepirlo solo chi si procura il green pass base. È la conseguenza del nuovo combinato di aggiornamenti normativi previsti all’interno dell’ultima legge di bilancio e del decreto legge pubblicato in questo mese. Coloro che usufruiscono del beneficio dovranno infatti premunirsi del certificato verde, al fine di soddisfare gli obblighi previsti per il mantenimento dell’assegno di welfare.

Nel corso del nuovo anno sono inoltre cambiati diversi requisiti. Dalla riduzione della distanza massima tra la propria residenza e il potenziale luogo di lavoro (in relazione alla prima offerta). Fino alla revoca del beneficio nel caso in cui il percettore rifiuti una seconda proposta d’impiego valida. Facciamo quindi ordine rispetto alle novità che riguardano il sussidio erogato dall’Inps in favore di chi vive condizioni di disagio economico e sociale.

Reddito di cittadinanza 2022: ecco perché sarà obbligatorio possedere il green pass

Come anticipato, dal mese di febbraio 2022 risulterà obbligatorio per tutti i percettori del reddito di cittadinanza essere in possesso del green pass base. La nuova legge di bilancio ha rifinanziato il provvedimento di legge mettendo a disposizione quasi 9 miliardi di euro (da utilizzare fino al 2029). Ma gli aggiornamenti normativi prevedono anche alcuni passaggi che rendono indispensabile avere la certificazione verde.


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Ad esempio, è stato istituito l’obbligo di partecipare ogni mese alle attività in presenza e ai colloqui con i propri referenti presso i centri per l’impiego. Com’è ormai noto, per poter accedere agli uffici pubblici è indispensabile avere il green pass. Ne consegue che tutte le persone che sono chiamate a rispettare i vincoli di mantenimento del reddito di cittadinanza dovranno avere il green pass.

I controlli saranno demandati ai lavoratori dei centri per l’impiego. Il tutto potrebbe portare a un concreto rischio di rallentamento delle attività degli uffici pubblici. I quali sono chiamati a offrire un servizio non solo ai percettori del RdC, ma a chiunque è in cerca di un nuovo impiego.

Assegno di cittadinanza: arriva lo stop al limite temporale di percezione del sussidio

Tra le diverse novità introdotte con la nuova legge di bilancio 2022 c’è anche l’abrogazione del limite annuo per la percezione dell’assegno. Questo parametro delimitava il periodo temporale entro il quale ricevere le offerte di lavoro. Cambia anche la distanza massima tra residenza e potenziale luogo di primo impiego. Il parametro è stato ridotto a 100 a 80 chilometri, calcolando un tempo massimo per lo spostamento di un’ora e quaranta minuti di viaggio.


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La seconda offerta potrà però avere come estensione tutto il territorio italiano. Dopo aver rifiutato una prima offerta congrua, al reddito di cittadinanza si applicherà una riduzione di cinque euro al mese a partire dal mese successivo di rifiuto. In questo modo, si punta a replicare un meccanismo già presente con la Naspi, che dovrebbe favorire la ricerca di un nuovo impiego.

Come viene revocato il reddito di cittadinanza nel corso del 2022

Nel 2022 per poter continuare a ricevere il beneficio, bisognerà rispettare nuovi parametri. Il reddito di cittadinanza potrà infatti essere revocato al secondo rifiuto di un’offerta di lavoro, mentre in precedenza la tagliola scattava al terzo rifiuto. In aggiunta, può essere revocato anche qualora si verifichi un’assenza non giustificata a uno dei colloqui mensili obbligatori presso il centro dell’impiego.

I beneficiari dovranno infatti presentarsi almeno una volta al mese per attività formative e colloqui di aggiornamento sulle prospettive d’inserimento lavorativo. Per accedere agli uffici pubblici, sarà necessario avere a disposizione perlomeno il green pass base (che può essere ottenuto anche tramite un tampone molecolare o antigenico).

La revoca scatta anche in caso di assenza presso i centri di contrasto alla povertà, quando la presenza del beneficiario risulta prevista dal patto per l’inclusione sociale. Infine, un ulteriore vicenda che può portare alla revoca del sussidio è la mancata comunicazione di inizio di un’attività di impresa, oppure di un lavoro autonomo.

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