Reddito di cittadinanza al via i corsi di formazione: per chi, quante ore e cosa cambia

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21/02/2023

Reddito di cittadinanza al via i corsi di formazione: per chi, quante ore e cosa cambia

Il nuovo governo ha stabilito in Legge di Bilancio la proroga del Reddito di cittadinanza 2023, ma ha deciso anche che, per mantenerlo, bisogna frequentare un corso di formazione e preparazione al lavoro.

Questo corso avrà una durata prestabilita, e sarà destinato soltanto ad alcune categorie di percettori del beneficio.

In questo articolo vedremo a chi si rivolge l’obbligo di frequentare il corso di formazione, chi deve proporlo al lavoratore e per quanto tempo.

Corsi di formazione RdC: beneficiari e durata

I destinatari dei corsi da frequentare per continuare a percepire reddito di cittadinanza sono i soggetti occupabili. Un soggetto può essere considerato occupabile quando ha un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, ed è ancora possibile per lui lavorare.

Per agevolare l’inserimento lavorativo, il governo ha deciso di introdurre un percorso formativo aggiuntivo per formare o riqualificare dal punto di vista professionale i soggetti percettori di RdC.

In merito al monte ore complessivo, non ci sono delle disposizioni precise, tuttavia è stato stabilito a linee generali quale deve essere la durata del corso.

Il corso di formazione deve essere non inferiore a 6 mesi. Se il soggetto non dovesse frequentare il corso di formazione proposto dal centro per l’impiego competente, il reddito di cittadinanza verrebbe revocato al soggetto occupabile.

Il totale totale dei percettori di RdC occupabili è stato calcolato negli ultimi giorni in un numero pari a 198.000 persone. Tutti questi, che tra l’altro sono stati inseriti all’interno del programma Gol, Garanzia Occupazione Lavoro, devono essere contattati dal centro per l’impiego per ottenere una formazione specifica. Nelle prossime settimane partiranno le proposte per ben 161.000 percettori.


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Cosa cambia nei corsi di formazione RdC

Secondo quanto riportato sul sito del ministero del Lavoro, l’attività obbligatoria sarà estesa a tutti i percettori tramite provvedimenti che favoriranno l’occupabilità e l’inclusione lavorativa.

Oltre a questo, verrà istituito anche un tavolo di confronto con le regioni per valutare e monitorare gli obiettivi sull’occupazione fissati nel PNRR.

In questo contesto i beneficiari del reddito di cittadinanza saranno preferiti rispetto agli altri disoccupati, e a loro saranno destinati i primi interventi volti a erogare i corsi di formazione o riqualificazione professionale.

Reddito di cittadinanza: le novità 2023

Quest’anno il reddito di cittadinanza ha subito pesanti modifiche, e verrà eliminato a partire dal prossimo anno. In particolare, sin dal primo dell’anno sono entrate in vigore nuove norme che hanno rivoluzionato i seguenti aspetti legati al sussidio:

  • Gli occupabili, ossia i soggetti che hanno tra i 18 e 59 anni, otterranno il beneficio per 7 mesi invece di 18;
  • La prima offerta di lavoro non sarà più soggetta a limiti relativi alla distanza, ma verrà proposta lungo tutto il territorio nazionale.
  • Per ottenere il beneficio non rileverà il reddito prodotto tramite contratto di lavoro intermittente ovvero stagionale fino ai 3.000 euro lordi.

In aggiunta a ciò, come ricordato poc’anzi, c’è anche l’obbligatorietà dei corsi di formazione e riqualificazione professionale per sei mesi durante la fruizione del beneficio.

Giova qui sottolineare che il periodo di sei mesi verrà seguito da un mese di tempo per trovare lavoro. Se non si dovesse trovare lavoro, il beneficio potrà essere rinnovato, ma avrà un importo inferiore.

Chi può evitare di seguire i corsi

I soggetti ai quali viene erogato il reddito di cittadinanza anche se non frequentano i corsi di formazione, appartengono a tre categorie.

In questo caso si tratta di persone che hanno patologie invalidanti al lavoro e che hanno Minori nel nucleo familiare, dei disabili oppure delle persone a carico che abbiano almeno 60 anni.

Per questi soggetti la durata del beneficio è sempre 18 mesi, ma dal prossimo anno, il beneficio non sarà più denominato Reddito di Cittadinanza. In ogni caso verrà introdotta una misura equivalente.

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