Avvisi bonari, controlli formali o automatici? Cosa sono e quali rientrano nella definizione

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22/03/2023

Avvisi bonari, controlli formali o automatici? Cosa sono e quali rientrano nella definizione

Nuova opportunità per chi intende fruire della Pace Fiscale, che permetterà ai cittadini che hanno cumulato debiti con l’Agenzia delle Entrate di regolarizzare la propria posizione pagando meno di quanto previsto. Anche gli avvisi bonari, infatti, possono rientrare all’interno della casistica per cui è prevista la possibilità di pagare sanzioni e multe in formato ridotto.

In molti, dunque, si stanno attualmente chiedendo se gli avvisi bonari ricevuti possono rientrare nella casistica ammessa.

In questa guida cercheremo di fare chiarezza, alla luce dei recentissimi chiarimenti pubblicati sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

Controlli automatici, formali e avvisi bonari: quali sono le differenze

Per capire quali avvisi bonari potranno fruire delle agevolazioni concesse mediante la Pace Fiscale, dobbiamo prima di tutto fare una distinzione tra i controlli automatici ed i controlli formali.

Prima di ricevere gli avvisi bonari, la cui disciplina è contenuta all’interno del DPR 600 del 1973, devono ovviamente essere effettuati dei controlli da parte del Fisco.

E tali controlli possono avvenire sulle dichiarazioni dei redditi sia in automatico, sfruttando dei sistemi informatici, sia mediante controllo formale.

In questo secondo caso, l’Agenzia delle Entrate controlla in maniera diretta l’eventuale correttezza della dichiarazione dei redditi presentata.

Avvisi bonari: quali rientrano nella Pace Fiscale? Chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate

A questo punto, viene spontaneo chiedersi se entrambe le tipologie di controllo da cui derivano gli avvisi bonari possono rientrare nei meccanismi previsti dalla Pace Fiscale.


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Ed è proprio l’Agenzia delle entrate, mediante la Circolare n. 6/2023 datata 20 marzo, a chiarire ogni dubbio. Purtroppo, lo chiariamo fin da subito, non tutte le tipologie di avviso permetteranno ai contribuenti di accedere alla sanatoria prevista mediante Pace Fiscale.

È stato chiarito innanzitutto che gli avvisi bonari rientrano nella Pace Fiscale. I contribuenti che intendono mettersi in regola con il Fisco, dunque, possono pagare sanzioni ridotte dopo aver ricevuto questa tipologia di avviso.

Tuttavia, occorre suddividere tutti quegli avvisi che derivano da controllo automatico da quelli che, invece, sono scaturiti da controllo formale.

Pace Fiscale, gli avvisi bonari da controllo automatico rientrano nella sanatoria

Per quanto riguarda gli avvisi bonari derivanti da controllo automatizzato, questi rientrano perfettamente all’interno della sanatoria prevista dalla Pace Fiscale.

Mediante la cosiddetta definizione agevolata, dunque, sarà possibile pagare le sanzioni nella misura del 3%. Tale possibilità è prevista anche in caso di rate in corso, ma nel rispetto di alcuni requisiti specifici.

È necessario, per fruire della definizione agevolata, che il controllo automatico da cui deriva l’avviso bonario in questione riguardi i periodi d’imposta relativi al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020 o al 31 dicembre 2021.

Si può richiedere la definizione agevolata anche nel caso in cui l’avviso sia stato ricevuto dopo la pubblicazione della Manovra 2023. Tuttavia, non deve essere trascorso il termine di pagamento e non devono esser passati 30 giorni (90 per gli invii telematici dalla data di ricezione.

Cosa succede in caso di avvisi bonari da controllo formale?

Diverso è invece il caso in cui gli avvisi bonari siano stati inoltrati al contribuente a seguito di un controllo formale sulla dichiarazione dei redditi.

In questo specifico caso, non si può richiedere la definizione agevolata prevista dalla Pace Fiscale. Lo ha chiarito la stessa Agenzia delle Entrate, che nella già citata Circolare 6 dello scorso 20 marzo 2023.

Qual è dunque, l’opzione migliore per mettersi in regola con il Fisco in questi casi?


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I contribuenti che hanno ricevuto un controllo formale sulla dichiarazione dei redditi, in alcuni casi specifici, possono fare richiesta di ravvedimento operoso speciale.

Si rientra in questo caso di ravvedimento operoso speciale delle violazioni tributarie solamente se la violazione non è stata ancora oggetto di avviso bonario.

Un’opzione che, dunque dalla quale vengono totalmente esclusi coloro che hanno ricevuto avvisi bonari da controllo formale.

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